Dopo il discreto debutto targato 2006 che aveva infiammato la blogosfera statunitense, gli Annuals hanno deciso di fare un’arguta operazione di mercato, tentando di conquistare i sottili palati europei con “Count The Rings”. Si perchè l’album in questione si presenta come una collezione di b-sides e tracce già pubblicate solamente nella natìa America con i precedenti “Such Fun” e “Sweet Sister”.
Se il debutto “Be He Me” aveva posizionato l’asticella qualitativa piuttosto in alto, fruendo al sestetto statunitense paragoni con gruppi del calibro di Arcade Fire ed Animal Collective, “Count The Rings” appare eterogeneo (ed in parte slegato) per necessità proprio a causa della sua natura antologica. Svariando su tutto il fronte d’attacco della musica pop anche grazie ad una forte impronta percussiva, l’album mette in mostra notevoli potenzialità (“Always Do”, “Holler and Howl”) tra fughe blues, divagamenti folk e venature indie-rock senza tuttavia concentrarsi appieno su nessun elemento in particolare e finendo col suonare incompleto dopo ripetuti ascolti. In effetti si ha l’impressione che Adam Baker e soci vogliano sempre cercare l’effetto sorpresa, il colpo ad effetto, rischiando tuttavia più volte di perdere qualche cosa in concretezza.
Nel complesso un lavoro godibile da cui ci si poteva aspettare un tantino in più considerato il pedigree interessante.
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2. Hot Night Hounds
3. Springtime
4. Hair Don’t Grow
5. Hardwood Floor
6. Loxstep
7. Turncloaking
8. Sweet Sister
9. The Giving Tree
10. Always Do
11. Holler And Howl
Ascolta “Eyes In The Darkness”