La seconda parte della classifica:
I PRIMI VINCITORI CONTEST:
CD ARCADE FIRE – “THE SUBURBS” —> Laura Barelli
CD THE NATIONAL – “HIGH VIOLET” —> saberTjack
CD BEACH HOUSE – “TEEN DREAMS” —> feng shui
CD BLACK ANGELS – “PHOSPHENE DREAM” —> Kevin
CD THE FUTUREADS – “CHAOS” —> Andrea Castellan
CD ARTISTI VARI “BAD PANDA RECORDS CD Sampler ” —> Anarkanoid
#150) 65daysofstatic – We Are Exploding Anyway
#149) Women – Public Strain [RECENSIONE]
#148) Titus Andronicus -The Monitor
#147) Skream – Outside The Box [RECENSIONE]
#146) Badly Drawn Boy – It’s What I’m Thinking… [RECENSIONE]
#145) Northern Portrait – Criminal Art Lovers
#144) Carl Barat – Carl Barat
#143) Wolf Parade – Expo 86 [RECENSIONE]
#142) Edwood – Godspeed [RECENSIONE]
#141) Robyn ““ Body Talk [RECENSIONE]
#140) Broken Bells – Broken Bells [RECENSIONE]
#139) Tricky – Mixed Race [RECENSIONE]
#138) Philip Selway – Familial [RECENSIONE]
#137) Delphic – Acolyte [RECENSIONE]
#136) Marlene Kuntz – Ricoveri Virtuali E Sexy Solitudini
#135) Yann Tiersen – Dusty Lane
#134) Beatrice Antolini – Bio Y [RECENSIONE]
#133) The Gaslight Anthem – American Slang [RECENSIONE]
#132) Charlotte Gainsbourg – IRM
#131) The Whitefield Brothers – Earthology [RECENSIONE]
#130) Eluvium – Similes [RECENSIONE]
#129) Les Savy Fav – Root For Ruin [RECENSIONE]
#128) The Niro – Best Wishes [RECENSIONE]
#127) Seabear – We Build Fire [RECENSIONE]
#126) Pan Del Diavolo – Sono All’Osso
#125) Clinic – Bubblegum [RECENSIONE]
#124) Field Music – Measure [RECENSIONE]
#123) Isobel Campbell & Mark Lanegan – Hawk [RECENSIONE]
#122) The Love Language – Libraries
#121) Groove Armada – Black Light
#120) à“lafur Arnalds – …And They Have Escaped…
#119) Band Of Horses -Infinite Arms [RECENSIONE]
#118) Baths – Cerulean [RECENSIONE]
#117) Darkstar – North [RECENSIONE]
#116) Stars – The Five Ghosts [RECENSIONE]
#115) Erykah Badu – New Amerykah Part Two [RECENSIONE]
#114) The Morning Benders – Big Echo [RECENSIONE]
#113) Frames – Mosaik
#112) Iosonouncane – La Macarena Su Roma [RECENSIONE]
#111) Tre Allegri Ragazzi Morti – Primitive Del Futuro [RECENSIONE]
#110) Perfume Genius ““ Learning
#109) Black Mountain – Wilderness Heart [RECENSIONE]
#108) Beach Fossils – Beach Fossils
#107) Beautiful – Beautiful
#106) The Vaselines – Sex With An X [RECENSIONE]
#105) Crystal Castles – Crystal Castles (II) [RECENSIONE]
#104) Calibro 35 – Ritornano Quelli Di… Calibro 35
#103) Cocorosie – Grey Oceans [RECENSIONE]
#102) Phantom Band – The Wants
#101) Wovenhand – The Treshingfloor [RECENSIONE]
#100) Wavves – King Of Beach [RECENSIONE]
#99) !!! – Strange Weather Isn’t it? [RECENSIONE]
#98) O Children – O Children
#97) Toro Y Moi – Causers Of This [RECENSIONE]
#96) Local Natives – Gorilla Manor [RECENSIONE]
#95) Virginiana Miller – Il Primo Lunedì Del Mondo [RECENSIONE]
#94) The Besnard Lakes – …Are The Roaring Night [RECENSIONE]
#93) Male Bonding – Nothing Use To Hurt [RECENSIONE]
#92) I Am Kloot – Sky At Night [RECENSIONE]
#91) Villagers – Becoming A Jackal
#90) Balmorhea – Constellations
#89) Spoon – Transferece [RECENSIONE]
#88) Kanye West – My Beautiful Dark Twisted Fantasy [RECENSIONE]
#87) Non Voglio Che Clara – Dei Cani [RECENSIONE]
#86) Trent Reznor And Atticus Ross – The Social Network Ost
#85) The Chemical Brothers – Further [RECENSIONE]
#84) Thee Silver Mt.zion – Kollaps Tradixionales
#83) Angus & Julia Stone – Down The Way [RECENSIONE]
#82) Aloe Blacc – Good Things [RECENSIONE]
#81) Tired Pony – The Place We Ran From [RECENSIONE]
#80) Everything Everything – Man Alive
#79) Swans – My Father Will Guide Me… [RECENSIONE]
#78) Tame Impala – Innerspeaker
#77) Shearwater – The Golden Archipelago [RECENSIONE]
#76) Mystery Jets – Serotonin [RECENSIONE]
#75) Marina & the Diamonds – The Family Jewels [RECENSIONE]
#74) We Have Band – WHB [RECENSIONE]
#73) Sam Amidon – I See The Sign [RECENSIONE]
#72) She & Him – Volume Two [RECENSIONE]
#71) Surfer Blood – Astro Coast
#70) Ok Go – Of The Blue [RECENSIONE]
#69) The Coral – Butterfly House [RECENSIONE]
#68) Dum Dum Girls – I Will Be [RECENSIONE]
#67) Gil Scott Heron – Me & The Devil [RECENSIONE]
#66) Darwin Deez – Darwin Deez [RECENSIONE]
#65) Manic Street Preachers – Postcards From A Young Man [RECENSIONE]
#64) Kula Shaker – Pilgrim’s Progress [RECENSIONE]
#63) New Pornographers – Together
#62) Grinderman – Grinderman 2 [RECENSIONE]
#61) Warpaint – The Fool [RECENSIONE]
#60) Mount Kimbie – Crooks & Lovers [RECENSIONE]
#59) Best Coast – Crazy for You [RECENSIONE]
#58) Uochi Toki – Cuore Amore Errore Disintegrazione
#57) Of Montreal – False Priest [RECENSIONE]
#56) Zola Jesus – Stridulum II [RECENSIONE]
#55) Mike Patton – Mondo Cane [RECENSIONE]
#54) Hurts – Happiness [RECENSIONE]
#53) Klaxons – Surfing The Void [RECENSIONE]
#52) Belle & Sebastian – Write About Love [RECENSIONE]
#51) Le Luci Della Centrale – Per Ora La Chiameremo Felicità [RECENSIONE]
…siamo anni luce lontani da “The Midnight Organ Fight”, da quello scrigno ricolmo di melodie e pathos che splendette tra le grigie nubi di qualche inverno fa. Non c’è traccia, se non a tratti, di quelle atmosfere brucianti di vita e malinconia, di quell’urgenza e voglia di esplodere fragorosamente brulicante nei due dischi precedenti. (Giuseppe “Joses” Ferraro)
Ascolta Swim Until You Can’t See Land |
Neil Hannon esprime l’eleganza del britpop come pochi ormai sanno fare. La macchina dei Divine Comedy è composta da ingranaggi perfetti fatti di ritornelli killer, sovrastrutture sinfoniche e architetture barocche che non sfociano nel kitsh. “Bang Goes The Knightood” è il capitolo pop che più mi ha conquistato negli ultimi dodici mesi. Un immaginario colorato come un caleidoscopio giocattolo. (Enrico “Sachiel” Amendola)
Ascolta At The Indie Disco
Elettronica spezzata, ambientale, scura, psychedelica e poco dance. Un pezzo con Panda Bear alla voce (e alla diffusione di lsd). Ascolto indicato anche per gli amanti del rock. (Davide “Helmut” Campione)
Ascolta Im Bann
Parlo di pop perchè è di pop che si tratta. Non rielaborato. Senza venature punk.
Qui c’è la comunicatività del concettuale più diretta possibile. Non in funzione del mezzo ma con lavoro sul suono, appunto come i Japandroids. Qui c’è la catena di eventi parola-emozione-esemplificazone-comunicazione che nel pop è mediata da un implasticamento. Nei No Age dall’essenzialità degli strumenti che piange le proprie corde e pelli scoperte, emotive e fragili ma convinte e accattivanti, tipico di chi sa di fare spettacolo. (Roberto Strino)
Ascolta Glitter
Un incubo Lynchiano, un sottofondo inquietante di pianoforti in pezzi, violini dissonanti, tube roboanti e chitarre in deflagrazione, fanno capolino qua e là in questa nuova creatura musicale chiamata “Sisterworld”, che avrebbe fatto tremare le vene ed i polsi al peggior serial killer o assurto da degno sottofondo ad un film noir, come “Il Giorno del Falco” o film horror a sfondo psicologico come “Rosemary’s Baby”.
Un disco molto difficile, claustrofobico, di non facile accesso, ma che disvela tutta la sua sconcertante bellezza dopo ripetuti ed ossessivi ascolti. (Paolo “Barocciga” Nuzzi)
Ascolta No Barrier Fun
Il suono frizzante e sintetizzato si aggruma attorno alla voce fresca e teatrale di Chris Keating ““valore aggiunto del gruppo di Brooklyn -, creando una miscela divertente che striscia irriverente tra le pieghe di un pop psichedelico e impasticcato. Più di un singolo sarebbe adatto a riscaldare la pista di qualsiasi discoteca, tra palloncini colorati e gin tonic versati a fiumi. (Giuseppe “Joses” Ferraro)
Ascolta Ambling Alp
Più che la conferma “Lisbon” rappresenta la consacrazione per una formazione che dimostra finalmente di essere molto di più di una semplice one-hit(“The Rat”)-band, un’irresistibile dichiarazione di intenti per gli amanti del guitar-rock dalle traiettorie musicali oblique. I Walkmen sono tornati per deliziarci nuovamente. Lunga vita ai Walkmen! (Alessandro “AleBon” Bonetti)
Ascolta Blue As Your Blood
Considerando i magri esiti dei predecessori, Kazu Makino intrappolata in un synth suona meglio che con il basso al collo. Le sonorità , a metà tra i temi di Badalamentiana memoria e le armonie retro-trash della Italians Do It Better Records donano nuova giovinezza al gruppo, che con la doppietta “My Plants Are Dead” e “Love Or Prison” riesce ad abbattere anche il più impavido dei nostalgici del Sonic Youth sound. (Marco D’Alessandro)
Ascolta Here Sometimes
Ogni nuovo ascolto rivela qualche aspetto che durante l’ascolto precedente era rimasto nascosto, rendendo ogni volta il disco sempre interessante come la prima volta che lo si è scoperti. Direi che quest’anno hanno visto la luce pochi altri album esaltanti come “Mines”: non lasciatevelo sfuggire! (Luca “Dustman” Morello)
Ascolta Five Little Rooms
…la contrapposizione tra esplicite citazioni e la loro contaminazione continua, la deviazione intelligente rispetto al modello di partenza, il cantato mai sopra le righe e la scelta di un basso profilo che rende l’atmosfera vicinissima al nostro quotidiano. E soprattutto la compattezza del lavoro nel suo complesso, dodici episodi tutti interessanti… (Michele Tioli)
Ascolta Chinatown
Un disco pop che sembra venire dal 2030, invece è il 2010 ed è terribilmente reale questa Beyoncè che piace anche agli indie snob. (Federico “Accento Svedese”)
Ascolta Come Alive
You can’t fault the band’s sunny outlook though. After years of touring it looks like their number has finally come up, and they’re grabbing hold of their chance with the same vigour as a 13-year-old boy getting his first feel. (NME)
Ascolta Undercover Martyn
Un po’ di sana follia, una visione distorta e distorcente della realtà e della musica, una piccola lente deformante che ci restituisce tutto quello che vede e sente arricchito con forme e movenze attuali e inedite. Un pizzico di psichedelica e un tocco agrodolce che rivede le melodie dei suddetti giganti, ne asciuga a tratti i suoni, li scarnifica dove serve e li rimpolpa altrove. Sonorità prevalentemente acustiche sapientemente intrecciate con lievi cavalcate elettriche, dove sono le corde delle chitarre e i tasti del piano ad imporsi sui ritmi comunque morbidi scanditi dalle percussioni. (Michele Tioli)
Ascolta What’s In It For
I toni si alzano con brevi innesti di musica popolare nordica, ma si spengono subito al tramonto delle sillabe della Newsom. “Occident” commuove. “Does Not Suffice” spaventa come un temporale.
L’opera è bella ma può stancare. Ben allacciata alla tradizione riesce comunque a non essere pedissequa. Ma se non ascoltata nello stato d’animo giusto, risulta non solo poco apprezzabile, ma del tutto accantonabile da un ascoltatore non disposto a venirle incontro. (Roberto Strino)
Ascolta Easy
I fratelli e cugini Followill hanno forse scoperto la pozione magica che cancella l’imprinting temporale dalle registrazioni moderne. In pratica un disco senza tempo nè epoca. E’ davvero una virtù quella di astrarre un prodotto dal tempo in cui si colloca. Specie quando tutto sembra molto volatile, la musica è liquida, tutto si sfiora ma non lo si afferra mai. AFFERRABILE (Bruno De Rivo)
“Forgiveness Rock Record” magari avrà deluso chi si aspettava qualcosa di più da loro, ovvero o altre super-hit oppure innovazione a tutto spiano. Invece esistono altre strade.
Perchè fare un disco che ha gli stessi elementi dei precedenti?
Forse per ricordare alla gente che loro ci sono. E ricordare le cose belle non fa mai male. (Roberto Strino)
Ascolta Texico Bitches
Nei ben 70 minuti di musica nuova, il più grande merito dei Perturbazione è sicuramente quello di proporre canzoni dai testi cantautorali ma dalla melodica magnificamente POP. Temi personali, introspezioni nelle ‘perturbazioni’ dell’animo, senza sdegnare tematiche sociali trattate nel modo leggero della rima baciata (“Buongiorno Buonafortuna”), con sarcasmo (“La Fuga Dei Cervelli”) o con il fioretto di chi sa come pungere per far male (“L’Italia Ritagliata”). C’è il solito impegno di chi ti sbatte in faccia rivelazioni scomode (“Del Nostro Tempo Rubato”) o qualche Vomito! punk.
Tanta roba insomma! (Francesco “fran_pi_” Piersimoni)
Suoni stridenti e granulosi, bassa fedeltà , garage, psichedelia, protoshoegaze”…tutto già sentito direte voi.
Forse. Eppure i Crocodiles riescono a suonare freschi e convincenti. Spiagge notturne sporche di catrame e sangue, sogni metropolitani sfregiati da ricordi di tramonti ubriachi”…i Beach Boys che fanno a sberle con Palahniuk (per citare un mio collega). Sonnecchiare per sempre prigionieri di un’estate sbagliata. (Luca “Dustman” Morello)
Ascolta Mirrors
Bristol e’ ancora umida e grigia e la pioggia sui vetri continua a riflettere una città all’ombra di se stessa dove le rive dell’Avon sembrano scivolare anch’esse verso l’oceano ora che la strada ha lo stesso colore dell’acqua e nell’aria c’e’ sempre e comunque quella voglia di qualcosa di caldo e seducente. I Massive Attack potranno forse cambiare il giorno in cui non porteranno più dietro la loro città e cercheranno altri orizzonti. Però a quel punto l’inizio sarà anche la loro fine. (Riccardo “Friccardo” Valentino)
…dietro all’alter ego virtuale di 2-d e compagni, si può sperimentare senza fronzoli intellettualoidi, anche questo lato più elettro, più black, e decisamente eclettico della sfaccettata e straripante personalità di un personaggio immenso come Damon Albarn. Quello che però non si può nascondere è l’innato talento per qualsiasi cosa faccia, o gli vada di fare. (Riccardo “Friccardo” Valentino)
Il disco dell’estate. Nettamente. Nonostante il successone “Let’s Go Surfing” fosse già la canzone dell’estate scorsa. Il biondino e gli altri tre newyorkesi si sono confermati autori di melodie e musiche irresistibili, nel loro curioso incrocio tra il pop più spudorato dei 60’s e i suoni secchi della new wave. (Matteo “matteb83” Benni)
Questo disco è come l’autunno che sta per tornare. Molti ci si adattano e in fondo poi alla fine scoprono che dentro non ci si sta poi così male. Il nero è forse il colore più caldo perchè avvolge indiscriminatamente tutto.
Quelle luci sembrano brillare di meno adesso. (Giovanni “giov” Venditti)
Ascolta Barricade
Siamo tutti d’accordo sul fatto che “The Courage Of Others” aggiungerà ben poco alle nostre vite, nè che si farà portatore di particolari istanze socio-sonore à la page: ma il bello sta proprio qui, nel volersi crogiolare al caldo sole di aperture melodiche volutamente non patinate, robuste divagazioni su praterie e nostalgici sguardi assediati da limpidi monti innevati, riuscendo nell’impresa di coniugare flauti e stratocaster con una semplicità disarmante. (Guseppe “Joses” Ferraro)
Ascolta Fortune
Qui la cosa è facile: anni sessanta, un sacco di riverbero, tanto fumo (sotto cui si nasconde anche un pezzo, neanche troppo grande, d’arrosto) e psichedelia stratificata. Un ritmo lento e i fan dei Brian Jonestown Massacre o dei Black Rebel Motorcycle Club che si rilassano credendo che questo sia il gruppo perfetto con cui dondolare la testa. (Giovanni “giov” Venditti)
Ascolta Sunday Afternoon
Un disco che ad un orecchio poco attento potrebbe sembrare uguale ai precedenti e sembrerà uguale ai successivi, ma che non lo è e non lo sarà mai. Perchè Ariel Pink ha una capacità di scrittura sopra la media, perchè cita senza copiare spudoratamente e soprattutto non ha paura di suonare kitsch lambendo pericolosamente il confine con il ridicolo. (Federico “Accento Svedese”)
Ascolta Reminiscences
La seconda parte della classifica: