Cos’è successo nelle puntate precedenti? I Glasvegas attirano l’attenzione di Alan McGee e, di conseguenza, quella di tutte le persone a cui sta a cuore la condizione musicale del Regno Unito, pubblicano un disco, la batterista se ne va, il cantante sopravvive a droghe varie ed eventuali, decidono di registrare un disco in California e di farlo produrre a Flood (già produttore di U2, Depeche Mode e The Killers).
Ora, tralasciando la bruttezza della copertina e la difficoltà di scrittura del titolo dell’album, elementi fondamentalmente irrilevanti, la domanda è: cosa sta succedendo adesso? Succede che i Glasvegas vogliono diventare grandi, nel senso popolare del termine. è evidente: “Euphoric /// Heartbreak \\\” è il disco di una band, o meglio di un frontman, che vorrebbe avere uno stadio intero ai suoi piedi.
Non c’è niente di male in tutto questo, ma ci sono un paio di problemi realizzativi. Per esempio il fatto che in questo secondo lavoro le canzoni siano ancora meno cantabili di quelle della loro prima fatica discografica e, soprattutto, non c’è nessun pezzo veramente forte. James Allan ha aumentato il suo livello personale di drama queen e ha abbassato quello di epicità dei brani. Niente qui dentro suona in modo imponente, maestoso e affascinante come facevano “It’s My Own Cheating Heart That Makes Me Cry” o “Go Sqare Go”. Qui suona tutto troppo lamentoso, riflessivo, a volte al limite del noioso (il duetto di James Allan con sua mamma in “Change” ne è un perfetto esempio). Poche chitarre in favore di tanti sintetizzatori e poche melodie che si fissano in testa (quella che non si scorda è “Euphoria, Take My Hand”, forse anche grazie al fatto che è un incrocio tra “Mamma Maria” e “Sarà Perchè Ti Amo” dei Ricchi E Poveri).
Rimuovete gli echi dei Jesus And Mary Chain, i Glasvegas sono molto più vicini agli U2 e, soprattutto, ai Killers di quanto si possa immaginare. I suoni di questo disco non sono così lontani da quelli di “Sam’s Town”, la differenza sta nelle canzoni: quelle di quel disco erano molto più solide di queste. “Euphoric /// Heartbreak \\\” è un disco ambizioso, dove la smania di raggiungere l’obiettivo popolarità supera il talento troppe volte e dove, in alcune occasioni, la troppa produzione fa perdere il senso di pezzi potenzialmente interessanti (“Lots Sometimes”). Quindi, mentre voi, cari Glasvegas, restate in attesa di uno slot da headliner sul Pyramid Stage, io resto in attesa di più sostanza e di più chitarre.