Fionn Regan è uno di quei tanti, o pochi, fate voi, artisti rimasti, che sono stati messi su questa terra con il compito di regalare emozioni attraverso la loro arte e non è un caso che, fin dai ‘primi passi’, gli siano stati accostati nomi, anzi gli siano stati caricati sulle spalle nomi e quindi responsabilità con il quale un giovane artista alle prime armi difficilmente riuscirebbe a fare i conti. Eppure l’irlandese pare, anzi è riuscito ad uscire (pardon il gioco di parole) vincitore dalla scazzottata con le ombre di mr. Bob Dylan, mr. Nick Drake e mr. Donovan e mr. Morrison (Van).
Veniamo a noi. Se si dovesse prendere una tavolozza di colori e cominciare a dipingere il terzo disco di Regan verrebbe subito da scartare colori accesi e gioiosi come il giallo, il verde, il rosso. La scelta cadrebbe di sicuro su colori scuri, tetri, come il nero o il grigio. Ecco,”100 Acres of Sycamore” è un disco cupo, lento, creato per regalare emozioni e fatto per ascoltatori di molta pazienza…arrivare alla fine dei 47 minuti non è facile per nessuno, mancano le sferzate elettriche di “The Shadow of Empire” e il piglio da bulletto è sostituito da uno più lugubre e introverso, un ritorno allo stile di “The End of History” (i fingerpickings di “Sow mare bitch vixen” e di “For a Nightingale” ne sono la prova) album di debutto del ‘menestrello’ irlandese.
Brani e arrangiamenti più corposi, testi molto più introversi sono le novità , una maturazione insomma, in tutto e per tutto che trova conferma in brani come “100 acres of sycamore” che dà il là alle danze, “The horse are sleep” e “The lake district” in cui si sente l’influenza dei Fleet Foxes di Robin Pecknold e in “Vodka sorrow” ballata al pianoforte in stile Neil Young (tanto per continuare a scomadare i Grandi). Immagini inquietanti, parole che pesano come macigni contornate da violini e pianoforte che scandiscono la malinconia sono le fondamenta dell’album di ritorno dell’irlandese che alla fine può anche lasciare un alone di malinconia, ma Regan è qui, come detto in precedenza, per regalare emozioni, belle o brutte, cupe o gioiose, buie o lucenti. Fionn Regan è questo, prendere o lasciare, ma di questi tempi seguite un consiglio, meglio non lasciarselo scappare!