Boy & Bear
Moonfire

Una delle app più quotate di questo 2012 è Instagram. Per chi non la conoscesse, Instagram permette di scattare foto, applicare filtri, un rudimentale bokeh e condividere sui diversi social network. Ora vi chiederete giustamente: cosa centra Instagram con il debutto di questa band australiana, i Boy & Bear? Il folk rock   dagli accenni psichedelici anni 60 mi ricorda una istantanea di Instagram, scattata in un enorme prato, dove Dave Hosking canta accompagnato da chitarra, bonghi, cembalo e coretti vari.

L’album utilizza una formula ben collaudata di folk rock vagamente country, in cui il gioco di voci ha un ruolo preponderante, accompagnate da strumenti classici e un qualche synth   alla Local Natives (vedi “‘Milk & Sticks’). Si alternano brani acustici, dalle riminescenze in stile Dave Matthews Band e Mumford & Sons (“Lordy May”, “House and Farm”) a bonghi, cembali e sonorità  indie rock (“The Village”). Non manca un folk più grezzo e marcato in brani che spiegano come la band sia entrata nelle grazie di Laura Marling (“Golden Jubilee”, “Feeding Line”). Ottima la ballata “My Only One”, giocata prevalentemente su voci, violino, chitarra (che regala in un aspettato finale) e la lirica “Beach”, delicata, quasi orchestrale.   L’album affascina sia dal fronte prettamente musicale, con una produzione particolarmente pulita e lineare, sia per i testi intimi, che senza tante pretese si avvicinano ad una realtà  personale e quotidiana Oh I remember sitting back on my balcony / I was’a listening to the Rolling Stones / See I was waiting for my dad to come home from work.

Un album ottimo per gli amanti del folk, consigliato a chiunque cerchi la perfetta colonna sonora per una mezz’ora di pace assoluta in attesa degli assolati pomeriggi di primavera.

Ascolta “Feeding Line”