Da oltre un decennio, Marcus Henriksson e Sebastian Mullaert non hanno mai messo fine allo sviluppo del proprio sound e, infatti, come Minilogue, hanno saputo affermarsi e confermarsi non solo agli inizi della appena trascorsa, e forse superata, fase più intensamente ‘minimalistica’ della storia della house music, perchè il loro progetto è da sempre stato aperto a qualsiasi tipo di influenza: basti pensare al loro album “Animals” (2008), intriso di sfumature ambient, sino alla collaborazione con Kuniyuki Takahashi in “The Möllan Sessions” (2011), dai toni downtempo.
Un disco come “Let Life Dance Thru You” (2012), che si rivolge a un pubblico maggiormente da dancefloor nonostante la notevole lunghezza di entrambe le gradevoli tracce, stupisce, invece, per il sapiente e ossessivo mix di percussioni e flauti della title-track e le allucinazioni acide di “Drop The Mask Of Self Protection”.
Ascolta Let Life Dance Thru You (Original)
L’anno che va concludendosi li ha annoverati ancora fra i migliori esponenti della nuova scena electro. Dalle gelide foreste della Finlandia, Matti Turunen e Michael Diekmann non hanno fatto altro che seguire il sentiero già tracciato dalle loro stesse precedenti uscite. Risulta davvero difficile restare impassibili a fronte al trionfo del perfetto connubio fra drum machine e sintetizzatori come nella title-track e, allo stesso tempo, appare impossibile non spalancare la propria bocca durante l’ascolto di “Tangent Spaces”, tra battiti e rullanti, lussureggianti accordi e sognanti note di pianoforte.
Se “Escape Velocity” risalta per il suo essere più aperta a una forma di groove solitamente estranea ai Morphology, il remix di Sync 24 per “Information Paradox” riprende quanto di buono già espresso in precedenza, accentuandone gli ipnotici bassi e facendo calare le tenebre.
Ascolta Morphology – Information Paradox EP – Preview
Dall’ultima release come Onmutu Mechanicks erano trascorsi ben due anni. Il ritorno sulla scena di uno degli alias di Arne Weinberg ““ meglio noto alle cronache sia come Tangula che come Valanx ““ lontano dalla sua straordinaria etichetta diametric. non lascia spazio ad alcun dubbio sulla qualità espressa da quattro tracce, rilasciate per conto della Echocord Colour, che si discostano leggermente dalle sonorità a lui, forse, più care, testimoniando altrettanto la sua innata capacità di padroneggiare più generi, dub-techno inclusa.
La title-track ““ a cui segue il calibrato remix di uno di Norman Nodge, resident del Berghain ““ è tanto cavernosa nell’atmosfera quanto slanciata nell’incedere, laddove “As The Spirits Fade” e “Innocence & Purify” mettono in risalto la componente più melodica che, di tanto in tanto, strizza l’occhio a Detroit e ne carpisce anche l’intimo battito.
Nel cielo del profondo Sud, l’astro nascente della musica elettronica italica brilla nuovamente più lucente che mai. A posteriori, “Perfido Incanto” (2010) su WèMè Records non era stato affatto un debutto casuale, perchè “Phantasmo Obscuro” (2012) su Frustated Funk ““ tra l’altro, in vinile rosso limitato a duecentocinquanta copie per la gioia dei collezionisti ““ ribadisce gli stilemi in note espressi da Federico Leocata e, contemporaneamente, alza la posta in gioco: le sue tracce sono brevi, ma incantano come poche, per la freschezza compositiva, tra ambient, electro e orientalismi, come in “Satori”, senza mai dimenticare quel ben ponderato tocco oscuro che le potrebbe rendere colonna sonora sia di un film di fantascienza che horror.
Tra contaminazioni post-drexciyane, in scia al sostegno ricevuto da parte di Heinrich Mueller, ed echi minimalistici, nulla è lasciato al caso.
Ascolta Die Transzendente Funktion
Nato e cresciuto in Scozia, Marco Bernardi è uno dei migliori produttori contemporanei, capace di abbracciare parimenti la folgorante electro degli esordi e la techno intelligente proprio come in “The Burning Love Ensemble” (2012), su Royal Oak ““ sub-label della sempre attenta Clone Records, niente altro che un viaggio ai confini della sua stessa psiche, in grado di dispensare non poche emozioni a chi ascolta il suo splendido vinile interamente blu. L’apertura affidata a “Days Gone By” è oscura, ma la vera essenzialità della traccia giace nell’aver piegato la crudezza del suono di Detroit all’umore più malinconico di Glasgow.
La title-track, invece, si connota per una maggiore inspirazione 80’s che ne determina un accelerazione ritmica senza scampo. Tra struggenti giri di basso, suoni analogici e synth sognanti prende, infine, forma “La Montagne De Reves”. Melodia senza tempo.
Ascolta The Burning Love Ensemble
Dedicato alla memoria del produttore Gene Hughes, prematuramente scomparso il 29 luglio del 2011 in un incidente stradale, “Obscure Business” (2012) è sì il quarto EP della solida etichetta tedesca Chiwax ma, soprattutto, l’ennesimo curato da Simone Vescovo che, seppur nella sua breve carriera ma prolifica carriera, continua a non sbagliarne uno.
La sua incessante produzione, anche attraverso fantasiosi monicker quali Ken Kojima, prosegue sempre sull’onda di un costante recupero dell’estetica house primigenia e di un continuo rimando a quanto di buono sia possibile assemblare grazie al ricorso a numerose strumentazioni analogiche e a qualche sample preso in prestito da una propria collezione che a stento riesce a trovare posto nella sua stessa abitazione. Tenere d’occhio Nick Anthony Simoncino è così presto divenuta una necessità . Costante come la sua splendida musica.
A seguito del fortunato esordio di “The Story About You” (2011) sull’ormai nota Smallville Records, Sebastian Genz torna a essere rilasciato per l’ennesima volta da parte dell’altrettanto valida Aim Records, lasciandosi nuovamente apprezzare per la sua affascinante e morbida house, sempre in bilico tra Detroit e Amburgo.
Nonostante il suo essere berlinese, Moomin ha attinto a piene mani dagli archivi elettronici della città sulle rive dell’Elba e “She Said She Won’t Be That Long Away” (2012) ne risente non poco, sia sul piano delle percussioni che su quello degli accordi, destinati a flirtare con metamorfiche tematiche d’estrazione jazz che, di tanto in tanto, fanno capolino specialmente nella profonda “Don’t Fly If It’s Foggy” e nella rilassante title-track, poichè l’iniziale “Beautiful As You Are” appare più come un tributo a certe ibride sonorità di matrice hip-hop. Ragionate.
Ascolta Don’t Fly if it’s Foggy
Dal 2006, Klaus Rakete e Mirko Hunger hanno scelto di adottare un basso profilo da associare al loro nickname Freund Der Familie e di centellinare le proprie sperimentali uscite, in principio ospitate su etichette quali Broque, Aeronautique e Cism. L’avvio dell’omonima Freund Der Familie ha fatto sì che il duo fidelizzasse ulteriormente il proprio pubblico e, nell’arco dell’ultimo biennio, guadagnasse anche ulteriori consensi in seguito alla creazione della sue sub-label FDF Raw e FDF Soul che hanno rispettivamente rilasciato i lavori di Achim Maerz, Freund Der Familie & Phidias, Nyra la prima e, per ora, solo quello di Boytalk & Klinke Auf Cinch la seconda.
Seguendo a pieno il già noto copione, “Porentief EP” (2012) ““ limitato a quattrocentonovantanove copie, le cui prime cento riportano la cover di Friedemann Lichtenthal ““ non è niente altro che l’ennesimo ottimo 12” dai connotati minacciosi e per gli uditi più fini.
Ascolta Porentief / FDF 006