Tornano gli Spectres, la band di Vancouver (capitanata e fondata da Brian Gustavson e con ormai diversi album all’attivo) si è lentamente trasformata rispetto a quella conosciuta ai loro esordi ammorbidendo il loro post punk dalle tinte rock tramite influenze new wave e attitudini shoegaze .

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Ascoltando questo loro nuovo album una cosa comunque rimane evidente, gli Spectres hanno una conclamata capacità di trovare l’aggancio melodico giusto, una qualità oggi spesso rara ma che loro riescono a centrare in modo abile e in un certo qual modo inesorabile.

Un’attitudine che si abbina bene alla voce avvolgente di Brian Gustavson aiutato da chitarre a volte anni 80 e una sezione ritmica che fa sempre il suo dovere in modo brillante.

Il tutto appare estremamente evidente iniziando l’ascolto dell’album che, superata la intro strumentale che da il titolo al loro lavoro, ci accoglie con “The Old Regime” che sul lato melodico ricorda i New Order, una scelta che ormai troviamo presente in quasi tutti i loro ultimi album, il brano funziona aggancia e incuriosisce subito l’ascoltatore.

Non cala l’attenzione neanche con il brano successivo “AM Gold” che quando si apre completamente alla melodia finisce con il farci venire in mente gli Interpol o “Justice and the Cross” con un cantato triste che riserva sempre sorprese.

C’è una gradevole apertura pop in questo album come avviene con “Real World” che ti prende in modo ruffiano aiutato da cori femminili sognanti che accompagnano il brano anche nella parte finale ( una hit potenziale se solo esistesse un Dio della musica giusto e misericordioso), e non è da meno neanche “Dominion” con una chitarra coraggiosa e divertente e un giro di basso davvero interessante.

Altri brani sono capaci di catturare un’attenzione immediata, “Chain Reaction” alza il ritmo con batteria e chitarra in un brano post punk che scatenerà la platea live, mentre i brani conclusivi “Falling Down” e “Start Again” ci cullano dolcemente verso il finale, in particolare il primo sembra farci ripiombare nelle classiche melodie inglesi del britpop mentre il secondo, nella parte finale, ci fa capire tutte le potenzialità di questa band..

Gli Spectres tornano con un album che merita di essere ascoltato e che potrebbe trovare uno spazio tra gli ascolti di tutti, una band che sa scrivere, arricchire i propri brani con costruzioni interessanti e sembra abbia preso la direzione giusta.