In Italia attualmente la via della perdizione passa da questo gruppo. Livorno, anno di grazia sconosciuto ma presente: gli Appaloosa danno in pasto ai discotecari unz e tunz, ai metallari in fibra di carbonio e agli indie boys tutti converse, frangetta e giubbini in pelle attillati, un disco frenetico e pieno di spunti. “Non posso Stare Senza Di Te” è un mix di UNKLE, Liars, e match di pugilato clandestini.
“Ap(p)ache” è un loop continuo ed ipnotico mentre La Roby è un potente incitamento sonoro alla ribellione (non so verso cosa”…attualmente credo che anche voi come il sottoscritto abbiate buoni spunti contro cui scagliarvi). E’ come se gli One Dimensional Man avessero incanalato tutta la loro rabbia facendola convergere a forza mille verso un unico centro focale invece che disperderla in mezzo a schitarrate sghembe e rumorose ma spesso inconcludenti.
Recentemente, intervistando, Simone Di Maggio, colui che negli Appaloosa ha il non facile ruolo di mettere in moto tutte le macchine più infernali del gruppo, è venuto fuori un nome a cui non avevo mai pensato prima: Melvins. Ecco. Gli Appaloosa, per certi versi, potrebbero tranquillamente essere la versione moderna e robotizzata dei Melvins. Adesso veramente credo che non serva aggiungere altro.
Credit Foto: Martino Chiti