Aria fredda e legame chimico non saturo nascosto dentro le distorsioni di semplici riffs e dietro il rumore elettronico dei trapanatori delle miniere di Golconda (terzo anello). Oddio, forse dire che mi vengono in mente più volte i Depeche Mode era sicuramente più semplice ma vuoi mettere l’effetto dei trapanatori di Golconda? “Meds” è il quinto lavoro della band di Brian Molko che è sopravvissuta non senza piccoli incidenti di percorso (“Black Market Music”) al brit pop inglese anni novanta.
I Placebo sono stati sempre a un passo di distanza dalle lotte tra Oasis e Blur, creandosi una loro piccola e oscura (androgina) dimensione che poco alla volta li ha portati a trasformarsi in un bel fenomeno musicale. E se è vero che basterebbe ascoltare il debut omonimo della band e il secondo album “Without You I’m Nothing”per capire tutto della loro musica senza aver bisogno di ulteriori “approfondimenti” è vero anche che non si può togliere il merito alla band di aver partorito un quinto (!) album veramente accattivante.
“Meds”, che vede anche la “comparsa” di VV dei Kills e di Micheal Stipe (mica Pappalardo) in un paio di tracce, è il perfetto punto d’incontro tra la malinconia e l’oscurità di “Without…” e l’elettronica di “Sleeping With Ghosts”. Il risultato è davvero convincente; neanche una nota stonata per un lavoro intimista, romantico e un po’ strafottente come nella migliore tradizione Placebo.