Questo è un disco uscito l’anno scorso ma dovevo un favore al grande coniglio lucente.
Porcaputtanaporcaputtanaporcaputtana”…indeciso se alla fine scrivere o no alla fine decido sempre alla fine che scrivo. Ma alla fine. Allora”…tre due uno via! Durante “Picky Bugger” rifletto su cose piuttosto polverose e dondolo a ritmo come un burattino. Il falsetto mi condiziona l’esistenza. Solarità . E non è poco. “Station Approach” è sicuramente la miglior canzone dei Doves dai tempi di “The Cedar Room” mentre “Forget Myself” sono i Gomez diventati finalmente gioiosi solo per il fatto di essere vivi. Dimentico davvero me stesso. Scordo tutte le ansie da prestazione che incatenano questa mia mente in stand-by nei confronti del mondo. Torno a scorrere come un fiume: “No, I Know I Won’t Forget You/ But I’ll Forget Myself If The City Will Forgive Me”. Mi perdo nel fumo dei tombini di New York anche se gli Elbow stanno da tutt’altra parte. Non sono a New York eppure la notte è proprio quella di New York. Ste chitarre acustiche m’hanno sempre acchiappato, ma la vera differenza qui la fa il basso. E il tom della batteria. Bello vitaminico. Amplificatori valvolari for life? Può darsi. Mi stufo subito di analizzare grammaticalmente il disco e già va meglio. Mi sdraio come un maiale blu e comincio a squagliarmi, finchè non penetro liquefatto nel letto e rimango intrappolato dentro il materasso. Disco celebrativo. Trattasi di disco celebrativo. Credo. Evviva la vita; medita sulla morte, diventa anche un po’ triste se vuoi cugino, ma poi vai, corri a piedi nudi dove cazzo vuoi. Corri Forest”…corri.. Non senti che bel giro di chitarra? E non trasudi questa atmosfera annebbiata? Bene. Adesso se avete anche la possibilità di arrivare all’edizione con il bonus dvd incluso fatelo. Un videoclip di ottima fattura per ogni traccia dell’album. Una regia sperimentale, oscura piena di riferimenti alle emozioni che una persona prova e non sa neanche di provare. Parla il subconscio per voi. Dovete solo stare a guardare. Noi siamo le tue viscere. Noi siamo l’indie rock che ti mancava e siamo anche il basso distorto che hai sempre voluto. Ci siamo evoluti. Da Generazione X a Generazione Apatia. Il ritmo di dischi come questo ci fa muovere bene.
Credit Foto: Tom Sheehan