Questi artisti folk mi fanno incazzare non poco. Continuano a ricordarmi di come abbia imparato male ad arpeggiare la chitarra acustica. Lento e distratto io. Leggeri e “puliti” loro.
Folletti maledetti col sorriso sulla bocca e grosse collane al collo: Devendri e Devendre dalle orecchie appuntite e dalle dita delle mani affusolate. “On Leaving”: da ascoltare immersi nel silenzio più profondo. Se si sporca il minimalismo col fango sonoro della realtà di tutti i giorni, i sensi poi non si attivano a dovere. Bene: mettete il quaderno e la penna sul banco e attivate tutti i sensi a dovere.
Questo disco l’ha prodotto Steve Albini e sembra registrato in presa diretta da vostro cugino nella casetta degli attrezzi in giardino. Molto Johnny Cash e molta ispirazione poetica “agreste”. Prendere la chitarra, quel testo che è stato scritto ieri e che sembra la cosa migliore del mondo, il vino e registrare un disco piuttosto lucente. La voce assomiglia molto a una sorta di Cat Power rilassata e senza pensieri frenetici per la testa. Il parallelo con l’artista tedesca Miss Kenichi è d’obbligo considerando la somiglianza della struttura delle canzoni. Tutte molto brevi. Tutte molto minimali e piene di bassa fedeltà .
C’è anche qualche linea di blues e un pianoforte, ogni tanto, giusto per far contenti i più diffidenti”…quelli meno minimali. Per registrare un disco piuttosto lucente adesso ci vorrebbe proprio quel tramonto dell’altro giorno in riva al lago”…ok, ce l’ho. La mente l’ha tenuto in caldo per oggi. L’acqua calma, quel cerbiatto che se ne sbatteva altamente che piangevi e tutti i responsabili della Fat Cat contenti e sorridenti anche loro come piccoli folletti folk. Stiamo diventando tutte creature dalle orecchie a punta.