Sono bastati appena due studio album in quasi trent’anni ( l’esordio ” Radios Appear ” è del 1977 ) per fare dei Radio Birdman una band di culto.
Seminali iniziatori con i Saints della scena garage punk australiana, artefici di un’esplosiva miscela di Stooges, MC5, 13th Floor Elevators, sonorità surf e, non di rado, dilatazioni psichedeliche doorsiane, i Birdman ( formatisi nel 1974 ) del cantante Rob Younger e del chitarrista Deniz Tek tornano nel 2006 con un nuovo, inatteso e strepitoso album.
” Zeno Beach ” non è il risultato di una reunion motivata dallo sfruttamento economico del ” mito ” che ha avvolto sempre di più il gruppo negli anni, ma piuttosto l’inevitabile sbocco di un’energia creativa che negli anni non ha mai smesso di pulsare. Dai tempi di ” Living Eyes “, ultimo lavoro a firma Radio Birdman ( licenziato in patria nel 1978 e poi distribuito anche all’estero nell’81 ) prima dello scioglimento, i vari componenti del nucleo originario della band hanno continuato a diffondere il verbo del garage punk attraverso diverse formazioni*, fino al 1996, anno in cui la band torna ad unirsi per una serie di concerti che finiranno, l’anno successivo, nel live ” Ritualism “. Dopo alcuni cambiamenti nella line-up storica ( il bassista Warwick Gilbert e il batterista Ron Keeley lasceranno il posto a Jim Dickson e Russel Hopkinson ) la band licenzia lo splendido ” Zeno Beach “.
E’ incredibile, assolutamente incredibile come tutti questi anni non abbiamo cambiato di una virgola l’irruenza selvaggia dei Birdman, che nelle tredici tracce dell’album suonano ruvidi e nervosi come ai tempi di ” Anglo Girl Desire ” e ” Murder City Nights ” e , in alcuni casi, forse addirittura più convincenti. ” Zeno Beach ” si apre con i riff abrasivi di ” We’re Come So Far ( To Be Here Today ) “, a cui fa seguito la potenza garage\ r&b di ” Connected “, il Detroit sound di ” Remorseless ” e il macabro voodobilly di ” Hungry Cannibals “, una creatura che si nutre di tremendi colpi di hammond e arroganti chitarre punk. Straordinari. Senza se e senza ma.
Non manca la vena psichedelica che aveva caratterizzato gemme del passato come ” Descent Into the Maelstrom ” e ” Men With The Golden Helmet “: ” The Brotherood Of Al Wazah ” suona come un impetuoso magma garage blues che fluisce nei territori lisergici devoti al piano di Ray Manzarek, di cui il tastierista Philip ” Pip ” Hoyle si dimostra, una volta di più, il degno erede.
Il surf punk di ” Zeno Beach ” chiude un ( altro ) album leggendario tra backing vocals solari ed acerbe impulsività giovanili.
Da trent’anni gruppi come i Radio Birdman permettono al Rock di esistere per quello che è la sua essenza: ribellione, selvaggia, sincera, veemente, eterna.
*Citiamo almeno un paio di formazioni create da Younger e Tek. Il primo dopo lo scioglimento del gruppo forma i New Race con lo stesso Tek e Ron Asheton degli Stooges ( ! ), con il quale registra ” The First And The Last “; successivamente dà vita ai grandissimi New Christs che pubblicano prima l’essenziale raccolta di singoli ” Divine Rites ” e successivamente ” Distemper “, entrambi raccolti su ” Born Out Of Time ” ( 1996 ). Dopo alcune traversie ed un altro album ““ ” Lower Yourself ” -, nel 2002 i New Christs tornano sulle scene con l’ottimo ” We Go This “.