E’ tutto un gioco, una posa, questo micro spazio che pensiamo di esserci ritagliati . Questa tana, la Nicchia, è solo spazio mentale. Non frega niente a nessuno. Sono solo attimi condivisi, bisogni che trovano il corrispettivo in note. E se da una parte vorremmo offrire, condividere, compartecipare dall’altra scatta anche il meccanismo dell’avevo detto prima io, chi ha scoperto cosa, cosa è under e cosa e mainstream”…ma parla come magni! Lo sappiamo che in fondo è un gioco o poco più.
Per queste strane dinamiche indie-stronze e snob ti viene poi alle volte anche voglia di andare contro corrente, di lasciare il tracciato, di non seguire l’onda. E se tutta la stampa, tutto il pueblo underground che ancora (ancora?) si ostina a comprare i cd nei negozi dice una cosa o incensa un’artista, tu allora ti mostri superiore o indifferente, cambi discorso, sposti l’attenzione: Ma l’hai sentito il nuovo di quell’altro, invece? Ancora no? o al più chiudi il discorso con un sempre strategico Preferivo il disco prima, questo è noioso. Cherriddere!!! Da scompisciarsi! Poi per fortuna arrivano dischi che squarciano la tela, che lasciano entrare tutta la luce di cui è talvolta ancora capace la Musica e l’arte tutta (Perchè nessuno si aspetta più grandi cose? Perchè nessuno si aspetta più grandi rivoluzioni o perlomeno sconvolgimenti interni? Che noia. Che tristezza), che mostrano chiara la linea di demarcazione tra ciò che è routinaria, anche se apprezzabilissima, mediocrità e l’Eccellenza. Instant classic. Senza tempo. Dischi come ormai non se ne fanno più. Musica composta in molto tempo, nota per nota, cantata con una splendida ed inconfondibile voce sempre più capace e duttile (che talento la piccola Joanna con la sua arpa!), arrangiata con cura infinitesimale (la magia degli archi Van Dyke Parks è inconfondibile) , registrata e mixata dai migliori sulla scena (Albini e O’Rourke rispettivamente).
Lunghi brani che sono interi mondi, storie, fiabe e come tali racchiudono mille atmosfere, misteri, stati d’animo. C’è solo da abbandonarvicisi, c’è da sciogliersi, da piangere, da saltare in piedi all’improvviso e battere le mani come bimbi, da correre da chi ami prenderlo per mano e portarlo in giro, senza meta, in una di queste mattine fredde e piene di luce. Luce, aria, distese di silenzio: che bisogno che ne abbiamo! Che voglia di tutto, che voglia di abbracciarvi tutti, di ridere con voi di questo niente che niente non è.
Credit Foto: Annabel Mehran