“Colui che domina gli odori domina il cuore degli uomini”
Da “Il Profumo” di P.Suskind
Mi affaccio al balcone poco prima dell’ora di pranzo, si levano i profumi dalla cucine delle case attorno e sotto di me. Una posizione privilegiata per vedere il paesaggio e per stimolare i recettori olfattivi. Deve esserci una connessione tra gli odori e i ricordi quando un profumo straniero, proveniente da qualche finestra più sotto mi arriva al naso, e al cervello. Sembrerebbe cucina orientale, e se non fosse per il mare lì davanti, se solo osservassi il cielo plumbeo e mi soffermarsi su questi profumi dalle origini lontane da qui, mi sembrerebbe di trovarmi a Londra, probabilmente in quella West London di cui è zuppo questo disco. Se valesse la regola per cui in ogni supergruppo il valore delle band di provenienza dei musicisti si sommasse algebricamente, ci troveremmo di fronte al capolavoro del nuovo secolo: Damon Albarn dei Blur, il basso di Simonon dei Clash, la chitarra di Simon Tong dei Verve e Tony Allen, batterista collaboratore di Fela Kuti. Ovviamente non è così, ma siamo comunque di fronte ad un ottimo disco che ha sicuramente bisogno di ascolti ripetuti per entrare in circolo e che rappresenta la colonna sonora ideale per quello spicchio di Londra multietnica nei dintorni du Portobello road. Discreta ma di grande qualità la produzione di Danger Mouse, che apporta quel tanto di modernità ad un disco impostato su canovacci brit-pop dai tempi medio-lenti. Echi di dub e accenni di afro-beat rendono brani come “Hystory song” oppure “Nature springs” morbide ed avvolgenti ballate prive di nucleo ma ricche di sfumature.
Piccole figure visibili in controluce, immagini che svaniscono, colori che si fondono col grigio, e Albarn che sembra aver fatto tutto con comodo, senza forzare le cose : “A soldier’s tale” sembra un pezzo degli ultimi Blur, malinconico e scivoloso, mentre “80’s Life” ci riporta agli anni ’50, con quel pizzico di modernità che ci fa capire che siamo sicuramente di fronte ad un brano di musica contemporanea. Non fatevi trarre in inganno dai primi ascolti, potreste bollare questo lavoro come piatto e ripetitivo, invece il disco è pieno di tante e tali sfumature che non può davvero non piacere. A volte certa musica ha bisogno di tempi e modi giusti, o più semplicemente degli odori più adatti all’ascolto per cui annusate l’aria attorno a voi prima di infilare il disco nel lettore, siete avvertiti.