L’artista belga Jèrà´me Deuson, dopo aver pubblicato un paio di anni fa il suo splendido album di debutto A Hundred Dry Trees per la Intr_version, torna ora con una nuova release dal titolo “The Sea Horse Limbo”, sempre per la stessa etichetta. Un compromesso fra la passione di Deuson per il PostRock con le sue melodie tipicamente malinconiche e il suo gusto personale per i glicthes e i trattamenti software del suono.
I nove brani vengono progressivamente destrutturati e trasformati in creature elettroniche per mezzo di sovrapposizioni di suoni sintetici; un brano dietro l’altro, le melodie sono decostruite e dilatate ma all’improvviso schegge di diversi frammenti musicali si ricompongono per assumere una forma più riconoscibile, perfettamente cesellati in melodie pop, sottolineate dal suono di voce e chitarra. Un tipo di musica che richiama in un certo senso Desormais o il Fennesz di “Endless Summer” ma che si sviluppa in uno stile assolutamente personale. L’album parte con “Why Do I Run Seasons So Fast” in cui prendono vita atmosfere minimali create per mezzo di chitarre acustiche, campanelli, suoni elettronici, glitch, distorsioni e voci sussurrate che sembrano venire da molto lontano. La bellissima “Hit My Country” è forse il pezzo più pop dell’intero album: parte con una melodia trascinante di archi che si sviluppa, soffocata lentamente da crepitii e distorsioni elettroniche, fino a spegnersi quasi del tutto per poi ripartire con più vigore e trasformarsi in una bellissima ballata con voce e chitarre acustiche.
“Oh! Le Zeppelin” con i suoi 12 minuti è a tutti gli effetti un pezzo post-rock che parte lentamente per poi crescere di tono e trasformarsi in un potente intreccio di chitarre, batteria e di suoni elettronici.
L’album si chiude con la dolcissima “(H)and In The Sand” che con i suoi suoni appena accennati ci trasporta in un paesaggio marino al tramonto, con i riflessi del sole sulle onde e i gabbiani all’orizzonte.
Insomma, un album per immergersi in un mondo incantato.