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Dopo il furore, la rabbia giovane, l’impeto devastatore, l’uragano demolitore, placida arriva la quiete. Sempre. Non c’è eccezione alla regola, finalmente. Una volta tanto natura ed esseri umani viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda. Certo poi rimangono i segni. Ma questo è un’altra storia. Così anche per Adam Stephens e Tyson Vogel, in arte Two Gallants, vale lo stesso discorso. Dopo aver bruciato i cuori e le orecchie col precedente album, in questo ep di preparazione tirano il fiato e si concedono cinque pezzi acustici, bandendo qualsiasi forma d’elettricità . La voce di Adam graffia sempre e ruggisce come il motore di un trattore ingolfato, il che garantisce quella certa succosità  e visceralità  che è il marchio di frabbica dei due americani di San Francisco. Insomma, vorrei poter dire peste e corna di un disco che si distacca da quell’attitudine punk che aveva reso ‘What The Toll Tells’ memorabile, ma più ascolto questa primizia, più mi convinco del talento trasbordante che campeggia dietro ad ogni canzone. Sarà  la sezione ritmica che fa dimenticare tutto il resto o le corde della chitarra capaci d’infuocarsi ad ogni tocco, ma è impossibbile non gonfiare il petto ad ogni passagio auricolare. Questi sono puledri di razza, selvaggi, indomabili, che esibiscono tutta la loro muscolare bellezza ad ogni minimo stimolo. E poi l’ugola d’oro di Adam pare che si sia nutrita di ogni maledetto fantasma del delta del Mississippi, pronta a vibrare e tremare, per esplodere di rabbia e passione a stento trattenuta. E meno male aggiungo io. Qua e là  tocchi timidi di violino, come nell’iniziale ‘Seems like home to me’, da tenere in considerazione per il futuro, o discreti accompagnamenti di pianoforte come nella finale ‘Linger On’. Non è facile rimanere soli la sera, poi pensi, ti alzi dalla sedia, getti sguardi nervosi al panorama illividito, una massa d’energia che urla dentro, appena il tempo di rigirarti che vorresti essere dappertutto ed invece sei inchiodato al balcone. Prima ancora di perdersi in un fondo di incongruenze è consigliabile sfogare la propria anima da Werther in tono minore in ‘All Your Faithless Loyalties’, che traccia la giusta linea d’uscita ad una pressione altrimenti incottrollabile. Verrebbe da ringraziarli, ma per ora mi limito ad un timido cenno d’approvazione. Stai a vedere che in preda all’appagamento si dimentichino di far uscire l’album completo. E questo sarebbe inconcepibile.

Cover Album
Band Site
MySpace
The Scenary Of Farewell (EP) [ Saddle Creek – 2007 ] – BUY HERE
Similar Artist: Micah P. Hinson, Okkervil River, Mark Lanegan, Robert Johnson
Rating:
1. Seems Like Home To Me
2. Lady
3. Up The Country
4. All Your Faithless Loyalties
5. Linger