[ratings]
“All at once you look across a crowded room / Da A “Long December” dei Counting Crows Ci sono cose e soprattutto persone che riconosceresti tra mille, ed in qualche modo vedresti baciate dalla luce in qualunque posto, perchè sono le tue e ti fanno sentire qualcuno, ti ricordano che sei vivo. La maggior parte delle persone mi scivolano addosso, e non ne ricordo nulla. Detriti di indifferenza stridono sul pavimento quando ci passo sopra. Ma è così che funziona. Ci sono poi quegli artisti e quei dischi che sarebbero riconoscibili comunque, pur offrendo delle semplici canzoni canonicamente pop,apparentemente banali. Si chiama classe forse, o è semplicemente una questione di affinità , gusti e sensazioni che fioriscono al momento giusto. Theodor Jensen, alias “The Plan”,purtroppo non fa parte di questa particolare schiera di cantori baciati dall’ispirazione pop, eppure il suo disco non è male e scivola via leggero, forse pure troppo. Per la maggior parte dei brani imbraccia la chitarra acustica, in bilico tra folk di frontiera e intimismo alla Nick Drake, e probabilmente raggiunge il suo apice nella suggestiva ballata “In her eyes”. Niente di nuovo sotto al cielo, ma abbastanza efficace e minimale negli arpeggi e nell’uso delicato e parsimonioso di una tastiera . Il resto si avvicina di più all’indie-pop alla Jens Lekman o a soluzioni più stratificate come quelledi Sufjan Stevens, seppur senza raggiungerne mai l’intensità e la genialità . Echi di rock anni’70 nella movimentata title-track e accenti freak-pop nella divertente “mess”, aggiungono qualche ingrediente in più in un disco comunque onesto,ma altrimenti leggermente monocorde e anonimo. Il panorama pop svedese si sta affollando a dismisura, e di conseguenza risulta sempre più difficile distinguersi in meglio nelle miriadi di pubblicazioni che mensilmente ci vengono proposte. Comunque tre stellette ci stanno tutte, se volete provare, ascoltatevi qualche brano in giro, potrebbe anche conquistarvi. |
||||||
|