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L’intimità della tua camera quando torni la notte a casa e ti lasci andare ai sogni mentre scivoli nel sonno. Impasti ricordi ed alteri le sensazioni, tu da solo nel tuo letto. Nessun occhio indiscreto, nessuna parola fuori posto, è il tuo rifugio quotidiano, dove appoggi la testa e tutto quello che c’è dentro. Ci sono dischi comodi, rilassanti, intrisi di quella stessa intimità , e “Open Field” per buona parte è così. Victoria Bergsman, proprio lei, la voce dei Concretes, che molti di voi ricorderanno anche in quel piccolo inno indiepop di Peter, Bjorn(che qui suona basso, piano e chitarre) and John intitolato “Young Folks”. Taken By trees è soprattutto la sua voce, leggermente strozzata nelle tonalità più alte, a conferirle un fascino più profondo e una personalità maggiore. Disco dall’andamento medio-lento, impostato su canoni folk-pop prettamente acustici, in cui talvolta primeggiano le chitarre e altre volte il pianoforte. Di contorno una serie di strumenti come marimba, flauto e gli immancabili archi, ad arricchire degli arrangiamenti comunque abbastanza essenziali. Le storie cantate si avvicinano alla tradizione country a stelle e strisce, in cui abbandoni, amori e figure bizzarre tutte al femminile popolano i brani che, in alcuni casi, somigliano più a delle filastrocche cantate con la delicatezza e la leggiadria di una voce che non ama urlare. In mezzo anche uno strumentale, la title track, decisamente avulsa dal contesto, con quelle ambientazioni orientaleggianti che guardano al Giappone e all’antica cultura nipponica. In definitiva un buon disco, che manca però di quel guizzo decisivo per affondare per bene e piegare le sensazioni melliflue sprigionate durante l’ascolto. Di nuovo c’è che in Svezia iniziano a sfornare anche dei discreti dischi folk, non smetteranno mai di stupirci. In tal senso la strada è ancora lunga, ma c’è di che sperare. |
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