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Capita di fare indigestione di indiepop, e per quanto i ritornelli catchy, gli hanclaps, le armonie vocali in falsetto siano quasi il tuo pane quotidiano, capita di bramare qualcosa di diverso. In effetti ho una gran voglia di rock, di blues e di distorsioni seppur non portate all’estremo, perchè in fondo ho sempre cercato queste sonorità . Solo che ultimamente pare si faccia solo pop da camera o twee, e alla fine il vaso si colma. Fortuna vuole che tra le mie mani sia passato questo promo dei Wooden Wand, il cui suono si presenta sporco di fango e di polvere quanto basta per destarmi dal torpore in cui stavo finendo. La creatura di James Thot prende le distanze dall’approccio psichedelico delle precedenti produzioni, e si affida alle mani sapienti di Lee Ranaldo e Thurstoon More dei Sonic Youth. Il primo produce e il secondo ha pubblicato il disco con la sua Ecstatic Peace. Quello che viene fuori è un classico album di folk-blues suonato con cuore e mestiere, molto vicino ai classici Young e Dylan,e leggermente acido come un Mark Lanegan però meno oscuro e alcolico. Forse il miglior pezzo lo sparano proprio in apertura, con quella “pusher” che sa di whisky e southern rock polveroso e sudato. Per il resto l’approccio è più leggero, prevalentemente acustico anche se non sfocia mai nel folk duro e puro, ma intraprende una strada leggermente più obliqua e legata ad un blues-rock di frontiera dai tempi medi. L’innovazione è lontana anni luce, ma le atmosfere, perfettamente in bilico tra rilassatezza ed inquietudine, convincono e coinvolgono. E’ l’insieme che conta, e anche se manca il pezzo che stordisce i tuoi sensi, queste storie hanno il pregio della semplicità e della sincerità . Siamo nel 2007 ma fortunatamente esistono ancora dei cowboys che, aiutati dalle corde di una chitarra e da qualche bicchiere di troppo, se ne fottono di tutto il resto e ti sputano addosso le loro verità . |
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