Se fa caldo – ma veramente troppo caldo – e sei in giro per lavoro, in spiaggia o in mezzo al traffico, nel tuo lettore ci possono pure essere decine di album più che convincenti, ma non c’è niente da fare, l’afa è troppa, non tira mica tanto vento e insomma hai voglia ad ascoltare il nuovo degli Interpol o quello di Ulrich Schnauss”…tutti ti annoiano dopo pochi minuti.
Diciamocelo francamente, in certe situazioni la coscienza critica va sotto zero e ti trovi davanti due possibilità : o spegni l’i-pod e vai a farti un bagno ( se sei al mare ), oppure ti tocca sperare che fra tutte queste nuove uscite tu sia riuscito a beccare qualcosa di leggero, un pop scanzonato e senza troppe istruzioni per l’uso.
Alla faccia della canicola, posso dire che a me ha detto parecchio culo.
Qualche tempo fa ho incontrato sulla mia strada gli Ex ““ Otago, una band di Genova ( altra colpo della città portuale dopo l’exploit dei Port Royal ) che con ” Tanti Saluti ” se n’è uscita praticamente con l’album indie pop italiano del 2007.
Dalla prima all’ultima traccia è tutto un arcobaleno di suoni e colori, di ritornelli incredibilmente catchy, di divertiti testi legati alla quotidianità ( il fruttivendolo protagonista di ” Amato The Greengrocer ” ), di sonore risate ( ” Radio Scapolo D’Oro ” , la cavalcata indie di ” Robilante “), di ( mal ) celate malinconie ( ” Going To Panama “, la commovente ” Song for Sasha ” e lo strumentale à la Kings Of Convenience ” Bar Centrale ” ) e di geniali freestyle ( inarrivabile la rima ” mi sono segnato al WWF e ho aperto un blog ““ ma ora non respiro mentre ascolto gli Smog ” all’interno della proto-ambientalista ” Che Tempo Faceva ” ).
Poi c’è ” Waiting For The Stars “, un instant classic per fisarmonica e genio melodico che, senza se e senza ma, è la canzone pop italiana più bella che abbia ascoltato negli ultimi anni.
Cosa ancora più incredibile, l’album è talmente easy da poter devastare tanto le platee mainstream ( e parlo del VERO mainstream, quello del Festivalbar ) quanto i più esigenti indie rockers.
Quando l’urgenza melodica va a braccetto con una così alta dose di ” semplice ” genialità ““ e questo, a dirla tutta, accade raramente ““ non c’è bisogno di nomi altisonanti o sonorità avant, bastano un manciata di accecanti perle pop per farvi svegliare ogni mattina con il sorriso.
Facile prevedere un meritatissimo futuro radioso per gli Ex-Otago, ma se così non sarà tra una decina d’anni li ricorderò affettuosamente come i miei eroi dell’estate 2007, loser vincenti come fu per l’Helmut bambino l’indimenticabile Max Repetto.
In bocca al lupo, tanti saluti e grazie di cuore.
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