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Un giorno di questi misà che mi sveglio dopo un incubo di un tizio ocn la maschera da scheletro che mi rincorre con un cazzo di bastone scheggiato per farmi veramente male. Quel giorno misà che mi sveglio contento, scrivo a Toffolo e gli faccio i complimenti per il disco. Sto disco gira in testa che è una favola e parla di cose attaccate a tutte le delusioni e agli innamoramenti che potete fare durante il percorso di una vita o di un solo secondo. Un giorno misà che mi sveglio come un ragazzo allegro, incerto e contento del mio futuro, aspettando che “mi cavino un occhio per poi vederci meglio”. Intanto ripasserò a memoria i riff che mi ricordano un po’ i black rebel e quella parvenza rivoluzionaria che se prima qualcuno osava chiamarla punk adesso è qualcosa di molto più corrosivo. Perchè maturato sotto al sole. Perchè maturo e tridimensionale. Il punk è troppo bidimensionale. Questo disco no. “Il Mondo Prima”, “L’impengo”, “Lorenzo Piedi Grandi” , “In Amore con tutti”, “La Poesia E La Merce” rappresentano l’apice più alto della mia stima estiva nei confronti della musica italiana indipendente. Punto. |
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