Quasi tutti prima o poi hanno qualcosa da dire. E possono farlo tutto d’un fiato,sputando il sangue da ciò che rode dentro, liberandosi di un peso gravoso. E c’è chi quel peso se lo porta dietro per sempre, o comunque per troppo tempo. C’è anche chi ama dire tutto e subito, e chi ama raccontarti le sue storie riflettendo la propria immagine in una canzone, come fosse uno specchio. Perchè si, la vita è la tua, ma potrebbe essere di chiunque altro. Ed uno specchio, democraticamente, può riflettere l’immagine di ognuno di noi. Questo è il caso del prolifico Ryan Adams, che pare abbia sempre l’urgenza di sputare fuori una canzone da ogni singolo momento respirato. Questo Easy Tiger mi piove addosso con estremo piacere, anche se completamente privo di sorprese. Lo stile è molto vicino alle ultime produzioni, assestatosi su una forma di country-folk forgiato dal pop d’autore. Canzoni spesso morbide, ballate notturne e malinconiche e poche sferzate elettriche. Hai sempre qualcuno da ricordare, qualcuno da amare e qualcosa da perdere in ogni momento, e così lui te lo canta, incrinando i tuoi pomeriggi ed inclinando leggermente la luce delle tue giornate verso un tiepido tramonto lontano dagli occhi. Potremmo stare poi a discutere sul fatto che, se avesse prodotto la metà dei suoi dischi negli ultimi due anni avrebbe sfornato soltanto capolavori, e invece il talento parzialmente si disperde. E’ vero, potremmo, ma per quanto mi riguarda non ha senso. Prendere o lasciare. Questa musica potrebbe essere il vostro specchio. Sta a voi decidere cosa fare di quei riflessi sbiaditi che osservate specchiati li dentro.
2. Two
3. Everybody Knows
4. Halloweenhead
5. Oh My God, Whatever, Etc.
6. Tears Of Gold
7. The Sun Also Sets
8. Off Broadway
9. Pearls On A String
10. Rip Off
11. Two Hearts
12. These Girls
13. I Taught Myself How To Grow Old