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Forse il nome di Michael Fakesch non evocherà  granchè, ma sicuramente in molti ricorderanno il duo elettronico Funkstörung: Michael è infatti metà  del duo tedesco, un pilastro per l’estetica elettronica coniata durante lo scorso decennio. Dos è il suo disco d’esordio, se così si può definire l’inizio dell’avventura solista per un artista che è in giro da più di dieci anni, e si allontana non poco dalle sonorità  del gruppo madre. Fakesch si fa qui affiancare dal vocalist Taprink Sweezee e sforna un album più che piacevole, lontano da certa intransigente elettronica ma sempre pronto a sguazzare tra electro-wave e funk, disco-music e breakbeat.
L’iniziale Escalate non sarà  un pezzo geniale, ma fa la sua bella figura sia sul dancefloor sia durante un ascolto più rilassato: il basso carnoso che la sorregge rimanda agli affreschi di soul futurista di Jamie Lidell, ma le interferenze soniche che la perturbano sembrano suggerire una produzione DFA. Spesso l’album si adagia su ripetizioni di questo standard, andando a disegnare sullo sfondo un invadente e distorto profilo del genietto di Minneapolis (come nel caso di Soda o Channel) ed è un peccato perchè altrove il talento compositivo del nostro trova soluzioni davvero molto interessanti. Prendete per esempio la cupa Wire, perfetta colonna sonora di una notte brava tra nebbie acide ed ancheggiamenti funk, oppure la claustrofobica e frenetica Dot e sentirete come il buon Michael se la sappia cavare con classe e diligenze anche nelle situazioni più scontate (il clichè electroclash era proprio dietro l’angolo).
Altrove Fakesch mostra una vena aggressiva ed eighties da far invidia al nostro amato Weatherall (Travel), mentre in I Want It architetta un groove grasso e rimbalzoso davvero irresistibile. Una perla inaspettata dell’album è sicuramente la metropolitana e notturna Miko, che incrocia sapientemente trip-hop e pruriti wave. Per non parlare di Left che è forse il pezzo che da solo vale l’acquisto di questo lavoro: una drum-machine sincopata e trascinante rotola e coinvolge in un particolare lirismo tutti gli altri strumenti (anche la voce di Taprink, forse al suo meglio proprio qui).
Insomma Dos non è un disco indimenticabile, ma spesso tornerà  nel vostro lettore proprio perchè imperfetto e leggermente ruffiano: mostra qua e là  grandi trovate, ma poi le annega in un mare di faciloneria; altrove trasforma intuizioni piuttosto banali in grandi canzoni. Quindi ascoltatevelo e concordate con me: Dos è un’opera carinissima che riesce a trarre forza anche dalle sue incertezze e mostra un artista dotato e sperimentatore all’inizio del suo cammino. Speriamo perciò in un futuro ancora più roseo (per lui e per le nostre orecchie).

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Dos [ K7– 2007 ] – BUY HERE
Similar Artist: Jamie Lidell, A.R.E. Weapon, LCD Soundsystem, Prince
Rating:
1. Escalate
2. Soda
3. Elakkeird
4. Complicated
5. Crest
6. Travel
7. I Want It
8. Don’t Stop
9. Give It To Me
10. Wire
11. On the Floor
12. Dot
13. Miko
14. Left
15. Channel