A Parigi sono i giorni del festival Les Inrockuptibles, organizzato dalla celebre rivista, e che per quattro sere riempie le varie sale da concerto e locali della città con cast di notevole livello. Stasera alla Cigale sono in programma Editors, The Noisettes, Los Campesinos!, Elvis Perkins. Insomma, niente male per una giornata di un festival autunnale al coperto.
Il primo a salire sul palco è Elvis Perkins. Sappiate che è newyorchese, che è il figlio di Anthony Perkins, protagonista di “Psycho”, morto di aids nel 1992, e che sua madre era su uno degli aerei che l’11 settembre 2001 è finito su una delle torri gemelle. Sappiate che le sue canzoni sono meravigliose: trasudano storie dolorose e senso di perdita, profumano di foglie gialle e bagnate e dei giorni freddi dell’autunno di New York. Dentro ci trovate momenti più intimisti e strettamente cantautoriali e momenti in cui la band si fa più sentire, con fiati e grancassa, e allora tutto sembra ricordare il suono di una banda di paese. Dopo i primi tre accordi la Cigale è in assoluto silenzio, come rapita, ad ascoltare le canzoni del primo album di Elvis. Forse non saranno originali queste canzoni all’incrocio immaginario tra un Dylan e un Elliott Smith, ma hanno una forza comunicativa straordinaria: arrivano dritte al cuore, senza troppi fronzoli, e ti si incollano addosso. Quando si riaccendono le luci il pubblico non smette di applaudire. E io ne sono convinto: Elvis Perkins è uno dei migliori autori americani di oggi.
Il tempo di smontare e rimontare il palco e si cambia decisamente atmosfera. Tocca ai Los Campesinos! di Cardiff, ennesima promessa del rock d’oltremanica. Prendete Broken Social Scene, Pavement, Arctic Monkeys, Belle And Sebastian e mettete tutto in un frullatore. Ne esce qualcosa di molto simile a queste canzoni, che alternano rock spigoloso a voci al caramello, ritmi folli e violino e xilofono, caos sonoro e coretti twee. Il loro è un live pieno di entusiasmo e di euforia ventenne, disordinato e caotico, ed è giusto ed è bello che sia così. L’euforia che ci mettono è contagiosa, il prodotto che propongono è finalmente originale e l’hype che da qualche mese li circonda per una volta è più che giustificato. L’album dovrebbe uscire nei primi mesi del 2008 per Wichita e, pochi dubbi, se ne parlerà molto
Il terzo gruppo a salire sul palco sono i Noisettes. Il suffisso ““ettes e la cantante che si presenta sul palco con una parrucca degna della Moira Orfei dei tempi migliori non farebbero presagire niente di buono. E invece niente di più sbagliato. La cantante-Moira Orfei imbraccia il basso e i tre attaccano un garage rock con venature soul spigoloso, ruvido ed eccezionale. Questi ti rovesciano addosso barili di energia ed è impossibile restare fermi. Il loro live ha tutto quello che si può chiedere a un concerto rock: il ritmo è serratissimo, la cantante Shingai Shoniwa (origini dello Zimbawe), oltre ad essere bellissima (senza parrucca), ha una presenza scenica formidabile e una voce che ricorda Billie Holiday applicata al rock e dopo tre pezzi scende a cantare in mezzo al pubblico, i riff sono quelli giusti, alla White Stripes e il batterista è una macchina da guerra. Il loro disco è uscito a inizio 2007e in italia se n’è parlato pochissimo. Ed è un vero peccato.
Headliner della serata sono gli Editors. Tom Smith e soci sono oramai uno dei gruppi più affermati della scena inglese e sul palco portano un live rodatissimo, solido e pressochè perfetto. La voce di Tom Smith è talmente incredibile che gli si perdona perfino quella trance agonistica, quei simil attacchi epilettici, quelle braccia protese verso il pubblico in gesti incomprensibili, i salti sul e dal pianoforte che francamente sembrano un po’ eccessivi e non proprio simpatici. I pezzi funzionano che è una meraviglia e dal vivo le melodie pop di “An End Has A Start” riescono ancora più potenti e profonde. Su tutti “Smokers Outside The Hospital Doors”, con cui aprono i bis, tiratissima e liberatoria, con le chitarre che tagliano l’aria ed esplodono in un crescendo da lasciare senza fiato con le luci del palco accese ad abbagliare il pubblico. Degna conclusione di una bellissima serata di musica.