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Jihae Simmons, nata a Los Angeles, si è innamorata di Glasgow attraverso i brani di Orange Juice e Belle & Sebastian. E di tutta ciò che la cittadina scozzese comportava, con una particolare attenzione per la scena twee. . Da lì a poco, vi si sarebbe trasferita e avrebbe incontrato Roxanne Clifford e soci per formare, all’inizio del 2006, i The Royal We. La band si presenta con un entourage di tutto rispetto: amicizie note quali i Franz Ferdinand e un contratto con l’etichetta Geographic, costola della Domino Records gestita da Stephen Pastel (nonchè cantante dei Pastels) . Il sestetto di nerd inglesi si trova quindi a calcare i palchi dei locali e ad incantare il pubblico con il suo twee-pop che ci fa battere il piede per terra e non solo: passano da sonorità più ricercate accompagnate dal suono di un violino ( la seconda traccia, “All The Rage”, nonchè singolo dell’album, è un divertente incrocio tra i canadesi Islands e una più sbarazzina traccia degli australiani Architecture in Helsinki), a brani più lenti e delicati che ricordano molto le atmosfere di Isobel Campbell come “Back And Forth Forever”, fino a sfiorare il glam modaiolo dei Long Blondes in “That Ain’t My Sweet Love” o in “I Hate Rock N Roll”, ma senza la stessa carica. Ma forse manca qualcosa di più personale e originale. Qualcosa per poter dire che resisteranno alla stampa e alla scena. Qualcosa che non li annoveri tra i mille gruppetti inglesi, che sono la cover uno dell’altro. Qualcosa che non faccia suonare ogni brano come un pezzo già sentito |
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