Ogni magazine che si rispetti ha un angolo della posta. Essendo noi un giornale degno del massimo rispetto, inauguriamo questa settimana il nostro Dillo al Coniglio. Ecco la prima lettera a cui daremo spazio.
Gentile Indieforbunnies,
sono Lele, ho quasi trent’anni, ho una ragazza (anzi ne approfitto per salutarla: Barbara ti amo, sei tutta la mia vita!), lavoro in pizzeria, o meglio faccio le consegne a domicilio, il giovedì gioco a calcetto con gli amici del condominio e la domenica vado al nuovo mega-centrocommerciale che si è aperto in periferia per comprare qualche disco e per farmi un giro tra gli stand di degustazione enogastronomica. A volte gioco anche al Bingo. Insomma conduco una vita tutto sommato normale. Con Barbara è sempre andato tutto liscio, mai una discussione o un litigio. Fino all’altro ieri. Poi esce il nuovo disco dei Subsonica: lei dice che è bellissimo, che Samuel la fa emozionare e che Boosta quando si muove e si arrampica sulla sua tastiera la eccita come poche cose al mondo. Io dico invece che l’ultimo disco è una schifezza, che si sono venduti al mercato e che i bei tempi degli esordi non torneranno più.
Secondo voi, la mia è solo gelosia, i Subsonica hanno fatto davvero un brutto ciddì o sono troppo ‘indie’ per poter accettare un disco che va in classifica?
Inoltre voglio farvi sapere che per me siete il miglior sito di musica dell’intero web. Siete sempre attenti e le recensioni sono fantastiche.
Vi ringrazio da ora e vi continuerò a seguire con affetto.
Saluti,
Lele
Caro Lele,
ti ringrazio innanzitutto dei complimenti, che provvederò ad estendere a tutta la redazione.
Il problema che mi poni non è di facile soluzione.
Partiamo dal disco, che è sicuramente una delle cose migliori realizzate dai Subsonica negli ultimi anni. Bassi spessi e ruvidi, chitarre grosse e taglienti preparano il tappeto per le passeggiate di Samuel e per le basi da club d’oltremanica di Boosta. La passione di questi torinesi sonici per il dancefloor in stile Chemical Brothers viene fuori tutta in quest’ultimo album, nato e pensato per dimenarsi in pista ma anche, e qui il marchio di fabbrica esce allo scoperto, per fischiettare in macchina mentre ti dirigi verso il tuo amato centro commerciale. E ti dirò che una leggera inquietudine di fondo dona alle canzoni quello spessore altrimenti distante da questo tipo di produzioni.
Sicuramente non c’è più la freschezza degli esordi, la voglia di giocare, di guardare disincantati le cose che passano davanti ad occhi poco più che ventenni. E credo che sia anche un bene cercare di affinarsi su nuovi territori sonori con tutto il peso del passato e tutta la leggerezza dell’assenza di gravità dopo un salto che proietta nel futuro.
Ma nota il lato positivo della faccenda. Litighi con la tua ragazza (e comunque non posso credere che tu non l’abbia mai fatto), il che dà un po’ di verve alla tua vita alquanto monotona mi pare di capire; poi, scusa, di che ti lamenti, mica è così facile trovare qualcuno che sia così fedele nello spirito, tanto da amare lo stesso gruppo dopo dieci anni di attività ? Magari lo è anche con te. Fedele, dico. A volte i rapporti umani si reggono su piccoli indizi, per cui su con la vita.
Quindi per la gelosia non ti preoccupare assolutamente.
Anzi, portala al concerto dei Subsonica, mettiti le ‘All Star’ e una bella magliettina a righe (e con aria scocciata fai finta di disapprovare il mainstream in generale, peggio ancora se italiano), falla sognare mentre guarda i suoi idoli sul palco e sulla strada del ritorno fermati al primo Autogrill in tangenziale, fai partire l’ultima traccia dell’album (“Stagno”), afferrale il viso incendiato dalla luce bianca del distributore di benzina, guardala fisso negli occhi e dille quanto, ma proprio quanto la ami.
Auguri.
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