Il ritorno del Clan a distanza di sei anni dall’ultimo lavoro (e di quasi quindici dal magnifico e fondamentale esordio) è stato alquanto chiacchierato: vuoi per la mancanza di un pezzo grosso come ODB (scomparso tragicamente nel novembre 2004), vuoi perchè la scena hip-hop (soprattutto mainstream) è completamente cambiata ed è in mano a ragazzini sopravvalutati o gangster di serie Z, vuoi perchè quasi tutti i membri del Clan stesso prima dell’uscita del disco hanno sputato sul generalissimo RZA e sul suo metodo di lavoro”… Insomma non c’era proprio da aspettarsi granchè dopo queste premesse. Ed invece “8 Diagrams” stupisce! Per solidità , per coerenza, per bellezza”…
Pochissimi i pezzi irrisolti (su tutti il singolo “The Heart Gently Weeps”, di una banalità quasi offensiva nonostante la delicata interpretazione di Erykah Badu), per il resto un lavoro che si muove su coordinate poco hardcore e lascia molto spazio al soul”… Ma è tutto cupo e distorto: RZA è sempre più in forma quando si tratta di preparare basi per i suoi compagni e crea un’atmosfera irreale ed oscura che permea tutto l’album”… Tensioni sopite che non esplodono, ma lasciano un profondo senso d’inquietudine”… La classica quiete prima della tempesta è forse, in questo caso, peggio della tempesta stessa: capace di lasciarci sudati e sconvolti, coscienti del fatto che (fortunatamente) non è ancora finita.
Prendete l’opening-track, “Campfire”: è un r’n’b mutante e tagliente, sommesso eppure così ricco di pathos, nel quale Method Man, Ghostface Killah e Cappadonna si scambiano strofe senza protagonismi ma con grandissimo senso della misura (forse la dote che è sempre mancata a quasi tutti gli mc del gruppo).
Dimenticate il funk cubista dell’esordio, ma preparatevi ad immergervi in un gran disco pop-soul delle tinte forti (si potrebbe parlare di thriller, horror ed addirittura fantascienza se “8 Diagrams” fosse un film). “Take It Back” è una minaccia sussurrata su una base morbida e torbida allo stesso tempo. “Unpredictable” si appoggia su un distorto riff di chitarra per essere ancora più aggressiva e non un attimo suona scontata o priva di fantasia: è un monumento afro-rock intriso di livore e voglia di riscatto. Altrove vi troverete per le mani schegge di pura follia: il funk transgenico ed orgiastico (complice la presenza eccentrica di George Clinton) di “Wolves”, il soul intensamente lirico ed allo stesso tempo psichedelico di “Guns Will Go”, l’incedere cinematico e claustrofobico di “Stick Me For My Riches” (che sfida il progetto Gnarls Barkley più o meno sul suo territorio, per poi affondare con una bordata rap di tutto rispetto).
Tra le solite citazioni dal bushido, una palese aggressività latente e raffinati samples d’annata si sente che RZA è uscito estremamente stimolato dalla collaborazione con Quentin Tarantino: i numerosi campioni cinematografici che da sempre impreziosiscono i pezzi, sembrano stavolta affondare le mani nel filone poliziesco seventies ed in tutto quel cinema di serie B caro al regista statunitense, non solo negli ormai classici e prevedibile film di kung-fu.
Ma è sempre il nostro RZA (o Prince Rakeem che dir si voglia) ad uscire come dominatore da questo disco: se al di fuori del clan si è capito che il più talentuoso è l’Assassino Dal Volto Fantasma, all’interno ancora comanda RZA semplicemente perchè è l’unico capace di valorizzare ogni singola voce ed attitudine. Qualunque altro beatmaker andrebbe in una paranoia assurda di fronte ad una schiera di mc tutti ottimi e tutti primedonne, ma lui no: lui mette ordine, quasi lavora per sottrazione e tira fuori un disco che stupisce tutti.
Sballone e cattivo, sensuale ed arrogante “8 Diagrams” è stato forse il più bel regalo del Natale appena passato: è bello (e alla sua maniera rassicurante) sapere che il Clan è vivo e lotta ancora insieme a noi!
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2. Take It Back
3. Get Them Out Ya Way Pa
4. Rushing Elephants
5. Unpredictable
6. The Heart Gently Weeps
7. Wolves
8. Gun Will Go
9. Sunlight
10. Stick Me For My Riches
11. Starter
12. Windmill
13. Weak Spot
14. Life
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