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Folgorato da un libro contenente degli studi su echi e riverberi, il geniaccio multiforme Stephen Merritt, assieme ai suoi sodali preferiti, i Magnetic Fields, decide di dire la sua in materia di distorsione del suono, assemblando una succulenta raccolta di caramellose “canzoncine” pop (che poi si riveleranno a volte signore canzoni dal retrogusto amarognolo) sgualcite e stropicciate. Ma non si tratta propriamente di shoegaze come alcuni di voi potrebbero pensare. La distorsione in questo caso diviene un elegante e sottile veste con cui si è pensato di abbellire le composizioni più che inzaccherarle in maniera incontrollata. Per intenderci, essa non sta “sopra” e neanche “in mezzo” ma sta “sotto”. Non ci sono drones siderali, leve del tremolo che fanno continuamente su e giù o feedback debordanti. Gli strumenti sono diligentemente piegati al volere “distorto” della band, e inseriti con naturalezza in calzanti contesti bubblegum pop o chamber pop.

Tra frustate svogliate su rullanti marci e graziose musiche grattugianti assaporerete lo zucchero di “California Girls” (dal fortissimo flavour sessantiano), di “Xavier Says”, “Please Stop Dancing”, “Driver Drive On”, “Too Drunk To Drink”, “The Nun’s Litany” (mano a mano però vi renderete conto, durante l’ascolto, di quanto la dolcezza lasci il posto ad una vaga inquietudine anche in questi episodi più leziosi) da una parte, mentre dall’altra avrete a che fare con i sapori contrastanti (struggimento, teatralità , tenerezza, altezzosità , senso di fatalità ) di “Old Fools”, di “Mr. Misteltoe”, di “Till The Bitter End” e di “Courtesans”, passando per la marcia un po’ “pagliaccesca” e un po’ epica di “Three Way” e lo “scherzo” quasi darkwave di “Zombie Boy”.

La perla del nuovo Magnetic Fields rimane comunque “I’ll Dream Alone”, in cui viene esaltato il crooning di Stephen che più si fa spettrale più instilla nell’ascoltatore quella piacevole angoscia da innamoramento che un po’ ti tormenta un po’ ti culla.

Sebbene con questo trattamento dei suoni le idee musicali finiscano sulle prime per sembrare un po’ confuse, la nuova via alla distorsione non dà  affatto nausea, nè impedisce di godere appieno delle canzoni, che anzi con questa patina polverosa sembrano evocare ancora meglio pensieri nostalgici e emozioni semiaddormentate che, accidenti, vogliono ancora sonnecchiare.

Cover Album
Band Site
MySpace
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Similar Artist: Jesus & Mary Chain, Beach Boys
Rating:
1. Three-Way
2. California Girls
3. Old Fools
4. Xavier Says
5. Mr. Mistletoe
6. Please Stop Dancing
7. Drive on, Driver

8. Too Drunk to Dream
9. Till the Bitter End
10. I’ll Dream Alone
11. The Nun’s Litany
12. Zombie Boy
13. Courtesans