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Poesia in pillole, filastrocche infantili e quadretti casalinghi a colori pastello. Le prime tre cose che mi sono venute in mente ascoltando questo disco. Se c’è una cosa che qui in Italia sappiamo fare bene è certo pop a bassa fedeltà , che lambisce il folk e ha il sapore genuino di una minestra che la nonna che vive in campagna ci ha preparato. E certo, va bene che non abbiamo un forte respiro internazionale, e anzi il tutto suona “piacevolmente provinciale”, ma la tanto bistrattata Italia è fatta anche e soprattutto di piccoli centri abitati, strade di provincia e tappeti di foglie secche e sassolini impolverati. I Chewingum ricordano certo twee pop acustico che dalla Svezia ci propinano mensilmente, ed hanno l’ingenuità poetica di Mr. Brace e quel tocco infantile tipico di Artemoltobuffa. Dieci brani che giocano a non prendersi troppo sul serio e che allo stesso tempo hanno un microcosmo di quotidianità da raccontare, o meglio da fotografare. Metteteci pure che la produzione è affidata ad un trio di realtà indipendenti del nostro paese come la Tafuzzy, il Marinaio Gaio e About a Boy ed otterrete un risultato, nel suo piccolo, di assoluto spessore. Se davvero esistessero i tesori nascosti, di sicuro potremmo vantarci di averne trovato uno. |
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