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Quando esco di casa per andare al concerto di Morrissey all’Olympia sono un po’ emozionato. Nonostante sia nato nell’anno in cui “The Queen Is Dead” usciva anche io ho speso una buona somma di pomeriggi in camera, seduto sul letto, di fronte ad un giradischi a girarmi e rigirarmi quel vinile tra le mani. Magari un po’ in ritardo sui tempi -e, a dirla tutta, mi sembra di essere spesso in ritardo sui tempi- ma ne ho passati anche io di quei pomeriggi. Un po’ emozionato che riesco perfino a presentarmi all’ingresso del teatro con i biglietti del concerto sbagliato. Fortunatamente non abito troppo lontano dall’Olympia e, nonostante il piccolo inconveniente, riesco a non perdermi neppure un istante di un concerto che da queste parti difficilmente si dimenticherà . L’apertura è affidata a “I’m Throwing My Arms Around Paris” a mo’ di saluto e poi, subito, una “How Soon Is Now” da riempirti il cuore e quasi farti secco. Nei primi pezzi si avverte forse un Morrissey un po’ trattenuto, quasi preoccupato per i recenti problemi alla gola che lo hanno costretto a lasciare il palco durante la terza data londinese. Ma, rotto il ghiaccio, si è travolti da uno spettacolo serratissimo e intenso, dove perfino i pezzi meno riusciti dei dischi solisti non sfigurano. L’apice lo si raggiunge con “Please Please Please Let Me Get What I Want”, ultimo pezzo prima dei bis. Di quella canzone tutti conoscono le parole, eppure ai primi accordi l’Olympia diventa silenziosa, così che l’aria possa riempirsi solo e soltanto di quella voce ascoltata tante volte uscire dalle casse del giradischi di camera. Morrissey sfoggia sul palco stile, eleganza, classe; si dona completamente al suo pubblico: sorrisi, inchini, strette di mano, abbracci. Si sente ed è un divo, appartiene ad una dimensione della musica che oggi, forse, non esiste più. E chi è qui stasera lo adora, Morrissey , lo ricopre di regali e rose. C’è un momento in cui il microfono scende tra le prime file. Moz vorrebbe una barzelletta e invece c’è qualcuno che dice “mi chiamo Fred e ti seguo dall’83. Sono passati venticinque anni e sei diventato un pezzo della mia vita”. Ecco: Morrissey è un pezzo della vita di tutti quelli che sono in questo teatro stasera e vederlo lì su quel palco e ritrovare, ancora, quelle canzoni è un po’ ritrovare qualcosa di noi stessi. Qualunque anno di nascita indichi la carta di identità . SETLIST 01: I’m Throwing My Arms Around Paris |
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