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Pascal Comelade è un compositore franco-catalano che non ha mai raggiunto il giusto successo, nonostante un’attività che prosegue da quasi trent’anni e che comprende colonne sonore e collaborazioni con artisti quali Robert Wyatt, P.J. Harvey ed il cantautore italiano Vinicio Capossela. A volte viene citato come virtuoso di strumenti-giocattolo, ma sarebbe ben sbagliato limitarsi a ciò: è vero che quasi mai si capisce cosa diavolo stanno suonando Pascal ed i suoi compagni, ma stupiscono ancora di più la semplicità e la felicità d’ispirazione delle sue composizioni capaci di spaziare dallo swing al folk europeo, dal latin-jazz a soluzioni minimaliste e (perchè no?) addirittura al rock’n’roll. “Mèthode De Rocanrol” non fa eccezione ed è un album molto più che godibilissimo, ma allo stesso tempo presenta una sfumatura di inquietudine e parodia (quest’ultima soprattutto nei titoli). Ed allora il tango cinematico di “Stranger In Paradigm” appare come una stralunata versione acustica del famoso “Libertango” portato al successo da Grace Jones e Roman Polanski. Invece “L’U” suona esattamente come i Calexico più mariachi e pazzerelli, ubriachi e persi in un deserto tutto blu. “Elvis Loved Dogs” inizia come breve divertissement dal ritmo giustamente rock’n’roll, ma ben presto si trasforma in una serenata agrodolce e ricca di pathos. “La Vedette Del Molino” è un malinconico valzer da lacrime agli occhi, mentre la successiva “Jopo De Poio Not Dead” si riaffaccia su territori tex-mex misti ad architetture da spy-story. “Il Luna-Park Galactico” potrebbe sembrare uno ska malinconico per marinai ciondolanti per le troppe sorsate di rhum e boccate di maria, ma in realtà è swing aristocratico dall’incedere in levare che commenta il tutto in maniera bonaria e affettuosamente ironica (un po’ come Manzoni fa con le gesta di Renzo). “Le Barman De Satan” immagina la Penguin Cafè Orchestra in vacanza sulle spiagge di Haiti, con i pinguini antropomorfi misti alle belle e prosperose haitiane di Gauguin. Ma il vero, immenso capolavoro di questo piacevolissimo disco è “The Halucinogenic Espontex Sinfonia”: preziosissima marcia trionfale cameristica di ampio respiro e trascinante poesia. |
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