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Se siete convinti di veder farfalle illuminarsi nella notte come lucciole, se avete l’ardire di cristallizzare la tiepida luce lunare riflessa sull’acqua, allora questo disco fa per voi. Se riuscite a costruire le vostre visioni notturne e farle diventare una favola alla rovescia, dove l’inizio si confonde con la fine, allora dovreste ascotare “Shining Violence”. Che sia per tutte le volte che i vostri stivali si sono incollati al fango delle strade polverose durante la pioggia, che sia per tutte quelle volte in cui quella stessa polvere vi ha impastato gli occhi sotto il sole cocente poco importa, avrete ora la vostra redenzione. Prendete il Neil Young di “Harvest”, infilatelo in un calderone slowcore e bagnatelo di psichedelia, ecco materializzarsi i Low Lows e un disco che vi stringe le budella già al primo ascolto. Dimenticatevi le romanticherie spicciole, qui vive una coralità che profuma di Mercury Rev meno barocchi, più ruvidi e ancorati ad un folk che non perde mai di vista la strada maestra. Ed ecco i ricordi fluttuare a mezz’aria, sopra le vostre teste, ecco occhi di ragazze che spariscono all’orizzonte, ecco trasformarsi i nostri demoni personali in qualcosa che abbia a che fare con una foresta: alberi, foglie, prati sconfinati, nebbia del mattino. Le atmosfere si dilatano senza divenire liquide, si procede lentamente ma senza elogi alla lentezza, si sprofonda nella notte ma non ci si perde nel buio. Un’orchestra suona ancora fuori la nostra porta, ci racconta semplicemente quello che vorremmo sentirci dire, quello che vorremmo essere. Con calma e tutto d’un fiato. Credetemi, c’è ancora tempo per una favola incendiaria. Alzate gli occhi e restate ad ascoltarla. “THE LOW LOWS – FIRE ON THE BRIGHT SKY” review on INDIE FOR BUNNIES |
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