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Il ritorno in Italia dei belgi Girls in Hawaii, a quattro anni di distanza da quando accompagnarono i Sophia, è salutato da un pienone difficile da prevedere alla Casa 139 di Milano. Almeno duecento persone stipate nella sala al primo piano e una lunga coda all’ingresso che ci impedisce di apprezzare la promettente apertura di serata, affidata ai piemontesi Farmer Sea. Pubblico numeroso e convinto, accorso anche da fuori Milano, per quella che è una delle due date italiane di presentazione del nuovo lavoro, “Plan Your Escape”, giunto anch’esso quattro anni dopo il piccolo gioiello indie pop di debutto, “From Here to There”. Il piccolo palco della Casa è curatissimo e stracolmo di strumenti. Incastrati tra chitarre e amplificatori ci sono una serie di vecchi televisori e alcune abatjour, come già nel precedente tour. In centro al palco una vecchia cornetta del telefono che Antoine Wielemans, sul quale grave il ruolo di frontman, userà come secondo microfono. Le melodie più efficaci saranno però spesso quelle intonate da Lionel Vancauwenberghe, seduto sulla sinistra ad alternarsi tra chitarre e un piccolo xilofono. La formazione è completata da Brice (fratello di Lionel) alla seconda chitarra elettrica, Christophe Lèonard a tastiere e sintetizzatori e occasionalmente terza chitarra, Daniel Offermann e Denis Wielemans rispettivamente al basso e alla batteria. Il nuovo singolo “This Farm Will End Up in Fire” apre le danze, rivelando subito un suono compatto ed estremamente definito dove l’irrequietezza wave della sezione ritmica si unisce alla chitarra acustica di Antoine, al riff di sintetizzatore e soprattutto alle chitarre elettriche, baricentro del suono del sestetto sia quando ricamano disegni melodici sia quando spingono verso territori post-rock. Dopo una versione stravolta (quasi Ramones) di “Bees & Butterflies” si alternano circa in egual numero i brani dell’esordio e quelli del nuovo disco, caratterizzati da una maggiore ricerca psichedelica ma spesso da una minore qualità di scrittura. La voce in falsetto di Antoine rientra in un canone consueto ma senza poter ambire all’efficacia comunicativa di un Jason Lytle, senza poter competere con l’intensità di un Ben Gibbard quando affronta da solo con una chitarra acustica la titletrack “Plan Your Escape”. Ugualmente l’ammirazione rimane alta per ragazzi ancora giovanissimi, capaci di declinare con sicurezza un’idea e un suono riconoscibile, seppure indubbiamente derivativo (le ballate alla Band of Horses, le obliquità dei conterranei Deus, l’immediatezza dei Nada Surf). Dal primo fortunato tour, che li portò a suonare anche diverse date in America, la maturità dal vivo dei Girls in Hawaii è innegabilmente cresciuta: l’alternanza in scaletta tra i momenti più intimi e quelli più energici (compresi due brevi brani strumentali) è molto bilanciata e in entrambi i casi tutti gli strumenti rimangono perfettamente definiti nell’impianto. Sul fondo del palco e sui numerosi televisori scorrono video che richiamano ora le immagini bucoliche della copertina di “From Here to There”, ora le tonalità più drammatiche della grafica di “Plan Your Escape”. Paesaggi semplici e apparentemente banali che descrivono benissimo la tavolozza della band: prati verdi su cui sdraiarsi, foreste dove perdersi, una natura di cui pare quasi di sentire l’odore nel loro pop malinconico ma mai asfittico, scontato e infinito come un cielo e le sue nuvole. |
Link: Mp3: Video From The Nite: This Farm Will End Up in Fire The Fog Found In The Ground |
GIRLS IN HAWAII su IndieForBunnies:
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