03/06/08 “Enterprise”, Camden ““ Londra

That’s enough to believe in.

Sono le sette di sera e a Londra ha piovuto tutto il santo giorno. Siamo dentro al locale chiamato “Enterprise” a Camden ed è la seconda data di un mini tour londinese per i Veils. Ci sono nuove canzoni da presentare al pubblico in attesa del nuovo album, c’è un nuovo sound da consolidare, dopo la dipartita del tastierista dalla band e c’è Finn Andrews….da qualche parte. Mi guardo in giro: gente, birre, sgabelli di legno. Just e la mia ragazza scherzano, fanno battute idiote e sembrano molto più rilassati di me che nervosamente cerco di ripassare quello che dovrò domandare ad Andrews. Ad un tratto il cantante spunta da dietro uno dei corridoi che portano verso la minuscola sala (60 persone massimo, la capienza) dove si terrà  uno dei concerti più sudati ed emozionanti a cui abbia mai assistito. Cappello nero, giacca grigia, barba incolta, alto e magro come al solito, si avvicina sorridendo e io penso che la colpa è tutta di Just, perchè a lui piace Sophia, la bassista del gruppo e l’intervista la sto facendo solo per questo motivo. Sono proprio un amico io. Poi, però, la cruda verità  esce fuori: amo il modo di scrivere di Andrews e la passione, il romanticismo, l’ardore bruciante che trasudano dalla sua musica contrastano per uno strano gioco di colori col blu intenso e gelido dei suoi occhi. Ci sediamo e dopo quasi due anni dall’ultima volta che ci siamo visti, cominciamo a raccontarci qualcosa.

Ciao Finn! Come stai? Felice di incontrarti nuovamente…è passato un po’ di tempo.
Hey ciao! Si, è vero…grazie per essere venuti. Bene bene sto bene…sono proprio di buon umore oggi.

Allora iniziamo! L’ultima volta che noi di Indieforbunnies ti abbiamo intervistato eri a Roma col tuo gruppo per la Rough Trade Night e presentavate “Nux Vomica”. Adesso Londra e un nuovo album. Dicci tutto, a partire dal titolo, se c’e’ gia’.
Dunque…abbiamo appena finito di lavorare al nuovo album, dopo 6 mesi in cui ci siamo impegnati veramente molto. Abbiamo dato il nostro meglio per scrivere delle belle canzoni e il prossimo mese entriamo in studio per registrare. Non c’è ancora un titolo comunque.

E per quanto riguarda la produzione? Puoi darci un nome sicuro?
No…neanche quello, mi dispiace giov. A dir la verità  vorremmo lavorare con qualcuno, ma non posso dirti niente perchè abbiamo in mente tre o quattro nomi e ancora non abbiamo deciso.

Oggi siete a Londra per la seconda di quattro date. Dopo andrete in Italia vero?
Si saremo nel vostro paese per un paio di date, una in Umbria e l’altra in Emilia Romagna e non vediamo l’ora…ogni volta è una bella emozione e sono curioso di vedere Ravenna, tutti me ne hanno parlato bene. Verrete anche per le date italiane a vederci suonare?

Ehm…no Finn…attualmente non sono nelle condizioni di potermi permettere la cosa…comunque sono sicuro che saranno degli ottimi spettacoli.
Si, anch’io…beh a dire la verità  sono un po’ stanco vorrei riposarmi e se penso che dovremo andare anche in Italia in furgone… .

Che?!
Si…lo so sembra assurdo…stiamo viaggiando in furgone e abbiamo deciso di andare anche in Italia così… .

Ma chi guida?
Un nostro amico che si è offerto per farci da autista…uno che si droga come pochi…ma fino ad ora è andato tutto bene.

Ah ok…beh…in boca al lupo…senti vorrei chiederti una cosa, è cambiato qualcosa nel corso degli ultimi due anni nei Veils, voglio dire, il modo di comporre insieme agli altri membri del gruppo, l’esperienza nei live, tutte cose che col tempo si modificano. Come state maturando? Verso che direzione vanno i Veils?
Mmmmh…non sono sicuro…voglio dire, un gruppo ci mette un bel po’ a essere solido nel sound e noi siamo in una posizione in cui Liam [il tastierista] ha lasciato la band, quindi siamo in costante sperimentazione e consolidamento. Insomma…diciamo che più riusciamo a suonare e a “cementificare” il nostro sound e più siamo contenti e motivati. Poi veniamo da una storia un po’ travagliata: dopo il primo album la band è cambiata interamente a parte il sottoscritto e adesso è andato via un altro componente importante.

C’e’ una canzone a cui sei particolarmente affezionato del vostro repertorio?
No, è difficile scegliere. Non sono soddisfatto pienamente, nessuno di noi lo è perchè nel momento in cui dovessimo raggiungere quella che secondo noi è la perfezione non ci sarebbe più niente da scrivere, sperimentare eccetera. Le canzoni che mi piacciono di più del nostro repertorio sono quelle che più attualmente si avvicinano a quello che stiamo cercando di fare. Vorrei aggiungere che spesso mi capita di capire il vero senso di quello che significa un testo che ho scritto, quello che realmente quella canzone vuole dire per me anche dopo 5 anni dopo che l’ho scritta. Poi ci sono stati esempi anche inquietanti, come nel caso di “Valleys Of New Orleans” [la canzone parla di inondazioni, uragani e fiamme che distruggono New Orleans ed è stata pubblicata due anni prima dell’uragano Katrina N.d.R.]. Scrivo di getto e non sempre rifletto in modo profondo su quello che scrivo. E’ fondamentale per me comunque il legame tra parole e accordo, tutto deve essere legato, deve suonare bene.

Andando in tour in giro per il mondo sicuramente hai conosciuto musicisti interessanti. C’è qualcuno che ti piacerebbe incontrare di nuovo o che ammiri o con cui vorresti collaborare?
Mah, diciamo che abbiamo suonato in parecchi festival e la cosa era un po’ strana. Non mi piace stare insieme a un sacco di gente e di band differenti tutti insieme come se fossimo stati messi dentro una pentola. Non credo che siamo una banda da festival e per quanto riguarda la domanda su chi ammiro maggiormente come musicista non so darti una risposta precisa perchè ad essere onesto ascolto sempre la solita roba, Tom Waits, Patti Smith, Bob Dylan…diciamo che ammiro le persone che vivono la loro vita, le ammiro per come vivono la loro vita, non necessariamente per come suonano. Diciamo che il modo che hanno di vedere lecose anche le più semplici me le fa piacere o meno, e questo vale ovviamente anche per gli artisti.

Che mi dici della canzone “Calliope”? Puoi raccontarci come è nata?
Si, è piuttosto semplice…io e Liam vivevamo in Calliope Street e considerando che ti porti sempre dietro dove sei cresciuto, ho voluto inserire quel nome in una canzone. La canzone comunque parla del fatto di riuscire a trovare qualcosa di interessante da fare, qualcosa di stimolante anche dentro di te. E’ importante, soprattutto quando vieni dal “non fare niente”, da un periodo di forte staticità .

Io trovo che sia una canzone eccezionale, la suonerete stasera?
No giov…mi dispiace…. .

Sicuro sicuro sicuro?!
Si, sicuro…veramente mi dispiace, beh, non so…vediamo dai…faremo solo un brano del vecchio repertorio, dobbiamo “testare” i nuovi pezzi e vedere la reazione del pubblico. [suoneranno “Calliope” a metà  concerto, con gran sorriso del sottoscritto annesso N.d.R.]

Molti Italiani e in particolare alcuni membri non ben identificati dello staff di Indiforbunnies vorrebbero sapere se Sophia ha un ragazzo.
Mmmmmhh……guarda….mmmh….non lo so…. lei è complicata. Meglio chiedere a lei.

Ci sono altre forme d’arte a cui siete interessati oltre alla musica? Cinema, letteratura? Se si quali sono i vostri scrittori, registi, pittori preferiti, quelli che vi influenzano poi ovviamente nel modo che avete di comporre… .
Dunque, Sophia è un’appassionata di letteratura molto più di me. Io leggo solo se un libro è veramente un capolavoro, a dir la verità  leggo molti libri di poesia. Sylvia Plath e in particolar modo le poesie contenute in “Ariel” sono veramente la mia bibbia. Mi piace anche molto Walt Whitman.

Hai una religione in cui credi? Voglio dire, nei tuoi testi ti rivolgi spesso al Signore… .
Se devo essere sincero giov io non mi considero una persona spirituale, però penso molto al fatto che possa esserci qualcosa dopo la morte. Se ascoltando le mie canzoni senti la parola “Dio” o dei riferimenti del genere non significa che mi sto rivolgendo a lui direttamente… .

Beh…ok Finn…io direi che può veramente bastare…wow! grazie mille sei stato molto esauriente…. .
No, grazie a voi…veramente una bella intervista… . Anzi magari se riesci a pubblicarla prima delle date italiane… .

No problem… . Stammi bene e grazie ancora!
Grazie mille a voi ragazzi…buona serata… Ciao!

Il concerto, neanche a dirlo, risulta fenomenale, anche al di sopra delle mie aspettative: si chiude in un mare di sudore e strumenti abbandonati in modo non proprio gentile, per usare un leggero eufemismo, sul palco. Le nuove canzoni, quelle che andranno a comporre il nuovo album della band, risultano avere un tiro decisamente più rock e psichedelico e meno folk rispetto alle precedenti composizioni. Questo grazie “all’uscita di scena” delle tastiere. Da segnalare l’ottima “Turn Blue” e “Larkspur” due perle grezze e scheggiate che presto verranno registrate in studio dal gruppo. Nell’attesa del nuovo disco vorrei consigliare a tutti quelli che hanno la possibilità  di andare a vedere questa band dal vivo in Italia. Suoneranno il 13 giugno al Rockin Festival in Umbria e il giorno seguente all’Hana-Bi di Ravenna. E’ un consiglio da amante della buona musica. Perchè di questo si tratta. E nel caso dei Veils spesso sembra assumere un valore artistico ancora maggiore.

Link:
The Veils Official Site

THE VEILS su IndieForBunnies
Recensione “SUN GANGS”
Recensione “NUX VOMICA”
Intervista con THE VEILS