Di Jamie Lidell ho immensa stima: è un ragazzo simpatico ed assai intelligente (le sue interviste lo confermano), è un cantante dotato di grandi capacità ed un produttore elettronico tutt’altro che banale. Soprattutto (da solo o in coppia con Cristian Vogel quando formavano i Super Collider) non si è mai adagiato su coordinate semplici, non si è mai ripetuto, ma ha sempre cercato di unire stupore (suo e nostro) divertimento ed una solida ricerca delle forme musicali più interessanti situate al confine tra tecnologia e radici strettamente black. Aspettavamo questo suo nuovo lavoro dal semplice titolo “Jim” con trepidazione: chiaro che non avremmo più visitato gli scorci di futuristico micro-funk del capolavoro “Raw Digits” (anno 2002 a firma Super Collider), ma ci saremmo accontentati largamente di un bis dell’ultimo fantastico “Multiply” (2005). Però Jamie, come suo solito cambia parzialmente rotta: il risultato è un disco smaccatamente e volutamente retrò o vintage che dir si voglia, un tuffo a bomba nel sound più Motown possibile. Si può leggere ciò come un ulteriore approfondimento filologico riguardo le radici (o meglio, l’epoca d’oro) della black music oppure come semplice divertissement o ancora come tributo alla musica che lo ha cresciuto, quello che conta è la validità e la bellezza di quest’album. Le tracce sono infatti tutte un concentrato di stile e vitalità , ma purtroppo mancano d’originalità . Tutte molto pulitine non si elevano quasi mai dalla media, diciamo pure che sembrano delle outtakes di “Multiply” ripulite dagli orpelli elettronici. Non mancano gli omaggi ai grandi maestri del passato (Marvin Gaye, Sly & The Family Stone, Prince), manca però la necessità che le loro composizioni avevano. Ovviamente la classe non è acqua e “Jamie” dà sempre il meglio di sè: oltre all’eccezionale presenza vocale, riesce anche ad imprimere alle canzoni il giusto mood. Considerando che l’estate è in arrivo, il disco non è assolutamente da buttare: da spiaggia pomeridiana o da aperitivo o per concludere una serata è sempre ok. Anzi auguriamo a Jamie di ricavare dall’opera il massimo possibile di denaro”… Sperando che la prossima volta torni ad immaginarsi il futuro. |
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