Di fronte a dischi come questo è difficile emozionarsi, a meno che tu non sia nato ieri oppure non abbia ascoltato che una dozzina di dischi nella tua vita. Me ne sto a casa un pomeriggio noioso come pochi in cui tutta la musica “nuova” mi sembra vuota, insignificante, mi gioco questo umore apatico infilando nel lettore il nuovo album dei Ladytron e dopo 54′ e poco più nulla cambia.
Ecco i Primal Scream con una voce femminile che ogni tanto si vestono da Depeche Mode. Punto, non c’è altro che dovreste sapere.
Insomma, dovrò pur riempire gli spazi vuoti di questa recensione in qualche modo per giustificarne la presenza e allora vi presento la mia più grande frustrazione di questa giornata di fine maggio: la noia. Il fatto è che poi ci riprovo, più volte e il risultato è sempre lo stesso, nessuno scossone, nessuna vibrazione eccitante e poca voglia di arrivare fino alla fine del disco. Buona la produzione,che si avvale di illustri personaggi tra i quali Alessandro Cortini (Nine Inch Nails), mentre quello che manca sono le canzoni, poco incisive e distribuite su una scaletta sin troppo lunga.
Non è un disco brutto, però privo di spunti particolarmenti interessanti e di sicuro piacerà ai fan della band e a chi trova affinità con certe sonorità elettro-dance anni ’80, ma agli altri dubito che farà sobbalzare dalla sedia. Ok, essere derivativi non è un peccato, ma esserlo con se stessi forse si. “Velocifero” forse è una copia poco riuscita dei dischi precedenti, pur non avendo una virgola fuori posto. Probabilmente la dimensione live aiuterà la band a regalarsi una veste migliore per questi brani, poco adatta all’ascolto casalingo, ma di certo il 2008 non sarà di certo ricordato come l’anno dei Ladytron.