2562
Aerial

C’è una Londra strana, diversa, lontana da Camden Town, quella che non ti aspetti.
A sud del Tamigi la capitale britannica perde la sua tradizionale vena elettrica e diventa elettronica. Nelle cantine, nei lofts, nelle autorimesse impazza la scena “UK Garage” con le sue varie sfaccettature.
Una di queste è caratterizzata da una vena cupa, oscura, con grande enfasi attorno ai bassi e con la batteria dai battiti disordinati, in genere attorno ai 140 bpm.

Il genere chiamato Dubstep già  ampiamente descritto su queste pagine, sta prendendo piede, amplificato dall’enorme successo riscontrato da Burial negli anni passati, amplificato nel web da Pitchfork e sulla carta stampata da The Wire.
2562 aka Dave Huismans cavalca la scia dell’entusiasmo del suo predecessore e ci regala questo maiuscolo “Aerial”.
La ritmica dub appare evidente in quasi tutte le tracce, malgrado le stesse appaiano talvolta molto diverse tra loro.

Il disco parte con “Redux” e subito l’atmosfera si fa piovosa e cupa, con la batteria che echeggia nel vuoto lasciato dal synth e si tira dietro le bass drops.
Poi si accelera con “Morver”, la seconda taccia caratterizzata da un claphands d’altri tempi ed una tastiera stridula. Si prosegue di nuovo con un ritmo più lento e sincopato con doppiette e triplette di batteria, bass drops.
L’alternanza di lento e veloce accompagna lungo le tracce di tutto il disco fino alla fine.
Da segnalare ancora “Channel Two”, “Basin Dub”, il controtempo spettacolare di “Enforcers” e “Grey Scale” che comincia con un fruscio sintetico che assomiglia ad una pioggia, condizione metrologica che più si addice ad accompagnare il genere.

Il limite di questo tipo di musica è che non lo si può ascoltare in macchina o in metropolitana: il rumore di fondo toglie il significato alla magistrale opera di produzione delle tracce.
Se nella vostra discografia ci sono già  Deadbeat e Burial, consigliamo di aggiungervi anche 2562, un numero da ricordare anche perchè il codice di avviamento postale dell’area della capitale olandese dove vive Huismans.

SINTETIZZABILE

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• Recensione “UNBALANCE”