I Tv On The Radio prendono il sound che li ha resi famosi, lo mescolano con la storia della musica black ed ecco a voi Dear Science. Potrebbe iniziare così la cartella stampa del terzo album del quintetto di New York, pubblicato nei giorni scorsi. Ed in effetti non ci potrebbe essere modo più efficace per descrivere lo spirito del disco.
La band nelle due precedenti opere aveva fatto sentire l’influenza delle radici “nere” solamente nella calda voce del frontman Tunde Adebimpe e in qualche sporadico episodio (ad esempio la performance totalmente a cappella di “Poppy” su “Desperate Youth, Thirsty Babes”), ma per il resto si era contraddistinta per un sound in un certo senso nuovo, dagli arrangiamenti spigolosi che lasciavano pur sempre la possibilità alla melodia di spiccare il volo (e questa ventata d’aria fresca aveva portato niente meno che il Duca Bianco, David Bowie, a collaborare con loro nel precedente album). Ma se qualcuno si aspettava che i Tv On The Radio continuassero su questa strada, beh, previsione parzialmente errata.
Se l’incipit di “Halfway Home” può riportare indietro ai due album pubblicati negli anni addietro, col suo crescendo tipico Tv On The Radio, subito la seconda traccia, “Crying” sembra portarci il Prince dei tempi d’oro giovane e fresco come non mai qui nel 2008, chitarra funkeggiante e ritornello catchy al massimo. Nel disco le novità sonore più rilevanti sono la preponderante presenza di arrangiamenti d’archi e fiati a fare da sfondo alle composizioni, per esempio in “Dancing Choose” (dove nelle strofe Adebimpe si esibisce in un inedito semi-rap) o nella ballad “Stork & Owl”. A suo modo anche “Family Tree” è un qualcosa di nuovo nell’universo TOTR: pochi accordi di piano e di nuovo una suadente partitura d’archi a sostenere la prima metà del pezzo, fino all’entrata in scena della batteria finale. Altro punto alto del disco è “Shout Me Out”: da contraltare a una prima parte tutto sommato in linea con il prezzo precedente, nella seconda metà la parte ritmica esplode e il pensiero torna a una traccia come “Wolf Like Me” (dal loro precedente lavoro “Return From Cookie Mountain”). Le uniche due tracce che forse non rendono all’altezza del resto del disco sono “Red Dress” (da segnalare comunque per il suo attacco totalmente Outkast) e “Love Dog” che non sembra portare da nessuna parte.
“Dear Science” rimane comunque l’ennesima conferma del fatto che i Tv On The Radio hanno costruito il loro piccolo mondo sonoro e ormai ci giocano a loro piacimento, ma fino a quando il livello rimane così alto non possiamo far altro che compiacerci. Sarà da vedere come la band trasporterà queste nuove “‘atmosfere’ in resa live, visto che nei tour precedenti spesso e volentieri non facevano altro che abbandonarsi ad un normale spettacolo rock: piacevole si, ma da loro ci si aspetta qualcosa in più, quel qualcosa in più che in tutti e tre i dischi c’era, s’è sentito e rimarrà .