San Francisco, estate 1967, siamo in piena Summer Of Love, le strade di Haight Ashbury, sono letteralmente invase da giovani ‘scapestrati’ e sognatori figli di quell’America troppo intenta a sorseggaire cocktail e scaricare bombe al napalm su un meraviglioso angolo del sud-est asiatico, da non accorgersi delle laceranti contraddizioni che si stavano aprendo proprio al suo interno.
Questa non è una malinconica testimoniaza di un superstite di quell’epoca bensì il sogno ricorrente di Devendra Banhart.
Gia perchè, il giovane talento in questione, dal suo primo vagito discografico (“Oh Me Oh My…”) fino all’ultima produzione (“Smokey Rolls Down Thunder Canyon” – 2007 -), ci ha immersi in un sound a metà tra folk, psichedelia e intimismo, il cosidetto new weird america, che prende fortissima ispirazione da gente come Bob Dylan o gli inglesi Pentagle ed in generale da tutto quel movimento di fine anni sessanta chiamato, hippie.
Megapuss, invece è il suo nuovo progetto, che vede per l’appunto Devendra Banhart e Greg Rogove (vecchia conoscenza del nostro) nudi sulla copertina di “Surfing”, nome dell’ album.
L’intero disco non si discosta di molto dalle atmosfere evocate dai suoi ultimi lavori discografici, facendo però un passo in avanti, esplorando diversi modi di arrangiare i pezzi e di interpretare i testi.
Oltre al suo ormai tipico sound folk , che riemerge nei primi brani, in “Surfing” c’è qualcosa che richiama (con tutte le dovutissime distanze) al re Zappa. Quel qualcosa è piùchealtro un approccio alla musica e ciò si intuisce ascoltando pezzi come “Adam e Steve” o “Theme From Hollywood” oppure “A Gun On His Hip And A Rose On His Chest”, dove gli arrangiamenti ‘bislacchi’ le componenti d’improvvisazione e la satira sessuale nei testi, ci riportano ad alcune registrazioni di “Absolutely Free” copolavoro zappiano , – non me ne vogliano i fan di Frank -.
Il disco si chiude con in una scia intimista e sognante, testimonianza ne sono gli ultimi quattro pezzi che di fatto dividono quest’ultima parte dal resto; arrivando ad abbracciare con “Chichen Titz” melodie prese in prestito direttamente dagli anni 50. L’ultima composizione “Another Mother” è una piccola perla di coralita strappa lacrime, tanto scarna quanto commovente dove a farla da padrona, non sono nientaltro che tre accordi e la voce soave di questo giovane talento freak.
Band Site
MySpace
2. Duck People Duck Man
3. To The Love Within
4. Adam & Steve
5. Theme From Hollywood
6. Surfing
7. Lavender Blimp
8. Mister Meat (Hot Rejection)
9. Hamman
10. A Gun On His Hip And A Rose On His Chest
11. Chicken Titz
12. Sayulita
13. Older Lives
14. Another Mother