Verdi, liquide e bruciate come l’assenzio. Spesso le sensazioni delle persone sono un surrogato di qualcos’altro. Qualcosa che un attimo prima era presente e tangibile ma che ora non lo è più. Scivolano con facilità verso il basso e incendiano l’apparato digerente alla fine della loro folle corsa. Le sensazioni presenti spesso prendono forma e vivono nel passato. Si nutrono di quel passato per (far finta di) potersi ramificare a dovere nel futuro. Immancabilmente, poi, il tempo sbiadisce tutto. Assurdo: in fin dei conti camminiamo verso un mare di candeggina, giorno dopo giorno.
La voce di Matthew Caws mi porta nel passato e mi ricorda cose che ormai si stanno sbiadendo eppure è una bella sensazione. Mi chiama dal presente e mi culla. Ascoltando le prime note e parole di “See These Bones” traccia che apre questo nuovo lavoro dei Nada Surf avevo già intuito che si sarebbe trattato di un bel lavoro, ottimamente suonato dai ragazzi e altrettanto ben prodotto dalla Barsuk, etichetta indipendente da tenere in considerazione.
Partendo da “Hig/Low”, passando per “The Poximity Effetc”, poi ancora “Let Go” e infine “The Weight Is A Gift” i dischi di questo trio americano hanno sempre rappresentato un buon compromesso tra pop melodico, una buona scrittura dei testi e un indie rock bilanciato su ritmi più tirati e qualche accenno più radiofonico. Non fa perciò eccezione “Lucky”, che non si discosta poi molto dalla formula vincente già sperimentata in passato da Daniel Lorca e soci: riflessioni sull’amore, la società e il fatto di essere tutti in qualche modo fortunati (sul retro del booklet ci sono decine e decine di testimonianze scritte dai fan della band”…). Il tutto condensato dentro un pop rock orecchiabile che scorre liscio e non tradisce. Come può tradire una voce come quella di Caws? Niente singoloni del tipo “Inside Of Love” contenuta in “Let Go” che rimane a detta del sottoscritto il loro migliore lavoro in studio, quello che li ha riportati, dopo un “periodo di buio”, all’attenzione del pubblico mondiale, qualche anno fa.
A chiudere un disco che si accosta molto dalle parti elettriche lente e romantiche dei Band Of Horses è “The Film Did Not Go Round” ennesima prova di come Matthew Caws potrebbe anche parlare di fisica termonucleare ma se lo facesse con una chitarra acustica in mano rimarremmo comunque tutti affascinati.
Il passato ritorna, si trasforma e ci trasforma ma le cose belle rimangono belle anche col passare degli anni. Anche se si tratta di semplice musica pop da quattro accordi.
Everyone is right and noone is sorry
That’s the start and the end of the story
From the sharks and the jets
To the call in the morning
And life it’s just bets anyway.
2. Whose Authority
3. Beautiful Beat
4. Here Goes Something
5. Weightless
6. Are You Lightning?
7. I Like What You Say
8. From Now On
9. Ice On The Wing
10. The Fox
11. The Film Did Not Go ‘Round