REVIEW ON IFB |
#10) Elbow – The Seldom Seen Kid (Polydor) “Gli Elbow incensano questo 2008 con il loro disco più bello, mischiano atmosfere cinematografiche con profondità soul, trapuntano l’aria ricamando le correnti che rinfrescano la nostra pelle.” (Giuseppe “Joses” Ferraro) “Inserti sinfonici e sapori soul, sfuriate rock e suadenti melodie pop, questo e tanto altro in un geniale tripudio di suoni e stili miscelati con la solita impareggiabile maestria dalla migliore e meno “‘chiacchierata’ band inglese dei nostri tempi.” (Alessio “Axelmoloko” Pomponi) |
REVIEW ON IFB |
#9) These New Puritans – Beat Pyramid (Sub Pop) “…un certo alone di ermetismo si avverte in numerosi brani dell’album che affascineranno, e si faranno amare, da chiunque si lascerà trasportare dalle loro melodie.” (Roberto “Bobbi” Riva) “…mescolano il rimpianto post-punk a suoni più sintetici e acidi ottenendo un suono tanto martellante da rimanerti per forza in testa.” (Silvia “Anais”) |
REVIEW ON IFB |
#8) M83 – Saturdays=Youth (Mute) “Altro centro per i due chef francesi che impastano con la consueta maestria shoegaze e elettronica. Se una supernova fosse una discoteca suonerebbe solo M83.” (Just) “”‘Saturday=Youth’ è il più meraviglioso disco shoegaze uscito negli ultimi anni.” (Davide “Helmut” Campione) |
REVIEW ON IFB |
#7) Have A Nice Life – Deathconsciousness (Enemieslist) “Una delle esperienze auditive più totalizzanti che vi potrebbe mai capitare di vivere.” (Luca “Dustman” Morello) “Non ci sono definizioni che riescano a rendere degnamente la bellezza di questo interminabile viaggio nelle tenebre più torbide e dense. ” (Giuseppe “Mr. Soft” Muci) |
REVIEW ON IFB |
#6) Portishead – Third (Mercury) “…un vero e proprio caleidoscopio di suoni, dove ogni pezzo ha una peculiarità a se stante e, cosa rara!, le idee sonore non sono mai fini a se stesse. ” (Emanuele “kingatnight” Chiti) “Difficile trovare calo di tensione in un album impegnativo che non concende pause e che richiede la massima attenzione all’ascoltatore ma che regala davvero grandi emozioni.” (Claudia “jaguattina” De Luca) “…a suon di cruda darkwave e kraut rock acido (senza dimenticare le incursioni in un folk tetro e insieme dolce, seppur rade) finirà col convicerci di essere il vero capolavoro dei Portishead.” (Luca “Dustman” Morello) |
REVIEW ON IFB |
#5) Baustelle – Amen (Warner/Atlantic) “…un gusto pop onnivoro capace di spaziare da echi di vecchi San Remo a discoteche out-dance, da palchi polverosi nell’America più leggendaria a club sotterranei pieni di giovanotti truccati da brutti ceffi passando per caffè solari e primaverili in cui sorseggiare gin-tonic e danzare bossa nova con la prima bella sconosciuta che passa.” (Nicolò “Ghemison” Arpinati) “…pop massimalista, abile nell’utilizzare i registri e le forme musicali più disparati, ambizioso e iperprodotto senza mai divenire un polpettone indigeribile.” (Luca “Dustman” Morello) |
REVIEW ON IFB |
#4) Glasvegas – S/T (Columbia) “Epici e malinconici, che ci fanno tornare la voglia di ascoltare ‘The Queen Is Dead’ degli Smiths ancora ed ancora, perchè di certe sonorità non ne avremo mai abbastanza. Impeccabilmente scozzesi.” (Silvia “Anais”) “…pura emozione popular, lacrime e sangue british tra Jesus & Mary Chain, Smiths, Editors, Modern Lovers e muri 60’s philspectoriani.” (Davide “Helmut” Campione) “Epico e struggente, il disco dei Glasvegas è il perfetto antidoto contro le fintissime melensaggini natalizie.” (Luca “Dustman” Morello) |
#3) TV On The Radio – Dear Science (Interscope)
“Soul, funk, elettronica, persino hip-hop e la voce di Adebimpe che lascia il segno. Da avere.” (Emanuele “kingatnight” Chiti)
“Non mancano gli imponenti walls of sound, le meravigliose melodie vocali, il gusto per la sperimentazioni e neppure quella urgenza materica che li ha sempre contraddistinti, però è tutto così funk che sembra anche meglio delle altre volte.” (Nicolò “Ghemison” Arpinati)
“Fin dal primo ascolto, mi ha colpito la perfezione con la quale i diversi stili ed influenze si amalgamano in una densa pasta sonora, che rasenta la perfezione stilistica, simbolo di grande tecnica e specchio di nuovi orizzonti futuri per la black music.” (Claudio “jollyclaudio” Rinchi)
“Grande ritmo e arrangiamenti ricchi e sofisticati.” (Claudia “jaguattina” De Luca)
#2) Kings Of Leon – Only By The Night (Sony Bmg)
“Questo disco non ha niente di speciale ma scorre che è un piacere. Fila liscio come l’olio: lo si mette e dalla prima all’ultima traccia, ti culla, ti strattona, ti fa canticchiare e battere il piede a tempo, senza neanche che tu te ne renda conto.” (Giovanni “Giov” Venditti)
“‘Only By The Night’ è sicuramente il più maturo tra gli album del quartetto americano: sudore e chitarre, l’odore di whisky sul bancone di un polveroso saloon nel Tenessee, la voce calda e sensuale di Caleb ad avvolgere e riscaldare.” (Giuseppe “Mr. Soft” Muci)
“Sarà revival quanto volete, ma per stavolta lascio le critiche chiuse a doppia mandata dietro una porta blindata. ‘Only By The Night’ è il mio disco rock del 2008.” (Enrico “Sachiel” Amendola)
“Perchè è di una genuinità disarmante, oltre ad essere di una tristezza senza rimedio.” (Claudia Durastanti)
“Bon Iver ha il talento dei grandi, pur restando ancorato ad un canovaccio tanto classico quanto essenziale, riesce a mettere i brividi e a commuovere grazie ad alchimie profonde tra la voce e la sua sei corde.” (Enrico “Sachiel” Amendola)
“Disco che trama sottopelle l’agguato al cuore, lo scuote e ne consola le ferite. Album totalmente americano nel suono, limpido, puro, immenso.” (Giuseppe “Joses” Ferrero)
“Uno scintillante gioiello folk posto sulla linea che divide la notte dall’alba.” (Luca “Dustman” Morello)
“…puro sturm und drang folk: caldi, malinconici, sognanti, appassionati, minimalisti, delicati, struggenti, disarmanti. Opere d’arte e non semplici canzoni. Poesie in musica per chitarra e voce. ” (Davide “Helmut” Campione)