Son Ambulance
Someone Else’s Dèjà  Vu

Ammetto che prima di ricevere questo disco non conoscevo i Son Ambulance di Joseph Knapp, ma leggo che i primi passi della carriera discografica sono stati fatti all’ombra di Conor Oberst e più precisamente di Bright Eyes, vero fiore all’occhiello delle pubblicazioni targate Saddle Creek. Una volta ascoltato il disco si può affermare che di questo legame non restano che poche tracce.

“A Girl In New York City” spiazza con elemti tropicalisti che parevano aprire le porte ad un pop “Word Music oriented”, ma la successiva “Legend Of Lizeth” sorprende ancor di più: un brano di sano cantautorato anni ’70 che a metà  percorso fa emergere inaspettatamente le influenze dei Pink Floyd di “Dark Side Of The Moon”. Giuro che è tutto vero, non ho assunto sostanze proibite duranre l’ascolto. Il resto dell’album è più regolare, orientato verso il cantautorato di Elvis Costello, evidente in episodi quali “Juliet’s Son” e “Wild Roses”, momenti più bucolici à  la Simon And Gafrunkel come “Awakening”.

Quel che rimane del cono d’ombra dei Bright Eyes si intravede in “Constellation”, malinconico brano giocato su voce-chitarra acustica e se vogliamo inserire una band attuale in questo calderone pop di grande qualità  possiamo citare i Fleet Foxes nella title-track. Praticamente impossibile descrivere questo lavoro evitando continui rimandi alle influenze, si incorre nella trappola della descrizione semplicemente didascalica di ogni brano, ma sono tante e tali le direzioni intraprese da queste canzoni che era necessario fare un poco di ordine.

In definitiva un disco più che buono, pieno di rimandi e ricco di personalità , forse leggermente lungo per il genere proposto, per il quale sarebbero bastati 45′ anzichè circa un’ora. Peccato veniale che però impedisce ai Son Ambulance di lasciare tracce memorabili del proprio passaggio nei nostri ipod.

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