Squares On Both Sides è il progetto del berlinese d’adozione (ma di origini bavaresi) Daniel Buerkner. Tagliato il traguardo del terzo lavoro completo in carriera e passato contemporaneamente sotto l’egida protettiva della Own Records (che vanta tra i suoi assistiti anche i Gregor Samsa e Uzi & Ari), il musicista e compositore teutonica non si allontana di molto dalle traiettorie sonore passate, cesellando undici episodi immersi in quel laptop-folk quasi angoscioso oramai marchio di fabbrica ben consolidato.
Melodie frugali che scandagliano con calma gli anfratti dell’animo umano alla ricerca della pace dei sensi tra elettronica e trame acustiche tessute da piano, chitarra e voce. A tutto ciò aggiungete delle campionature registrate in un tempio a Kyoto che spezzano leggermente le composizioni ed otterrete come risultato un collage di note e colori mai troppo vivaci, conseguenza di un approccio intimista che rischia in alcuni frangenti di divenire elitista a causa della lentissima velocità di crociera e della sonorità spesso rarefatte oltre misura. Ciononostante “Indication” non mancherà di stuzzicare l’appetito di chi apprezza le sonorità cantautoriali bradicardiche vagamente tinte di post: la forte sensazione di malinconia evocata da “Presence” cullerà i vostri timpani mentre “The Lines We Seize” ricorda il lato più introspettivo dei connazionali Notwist.
Un album sospeso tra passato e presente in virtù di un’estetica che mescola con sobrietà tradizione compositiva tipicamente folk con venature di silicio, un’opera che nella sua raffinata narcolessia può provocare assefuazione in soggetti musicalmente predisposti.
2. Kitsune
3. Temples 1
4. The Lines We Seize
5. Cantaloupes
6. Temples 2
7. Presence
8. Author
9. The Photographic Gun
10. Indication
11. Telegraphy