Quando storiografia e post-rock si tengono per mano. L’opera concettuale degli svizzeri Kovlo (qui alla seconda uscita discografica) ripropone una visione musicale già sfruttata in passato da gruppi illustri, intrecciando note e temi come quello della follia ed il suo rapporto con la comunità in passato. Partendo dal concetto di origine medievale per cui le persone mentalmente instabili venivano messe su delle barche che venivano lasciate alla deriva, i cinque musicisti elvetici propongono incontri immaginari con personaggi storici (buffoni di corte, streghe) che hanno subìto persecuzioni a causa della loro originalità .
“I’m So Happy On This Boat” si avvale di cinque tracce che si snodano per oltre cinquanta minuti attraverso paesaggi sonori immacolati e frastagliate evoluzioni, eleganti sfumature e vorticosi crescendo. Insomma nulla di particolarmente originale, ma il quintetto luganese si districa con abilità tra i fondali sabbiosi dell’universo post-, regalando all’ascoltatore momenti intensi come l’alternanza di pieni e vuoti della ciclopica “Anna Goeldin” e le trame splendidamente malinconiche del singolo “Charlotte” che riportano alla mente gli Explosions In The Sky degli esordi.
Un nome relativamente nuovo da seguire con interesse e curiosità nel panorama internazionale della musica strumentale: per gli aficionados delle sonorità post-rock.
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2. Zuan Polo
3. Anna Goeldin
4. Pierre Rivière
5. Charlotte