Innanzitutto mi scuso con voi lettori: questa recensione sarà davvero molto breve perchè ho avuto soltanto un promo con appena cinque pezzi. Ciò che mi rende ancora più nervoso è che queste cinque tracce spaccano di brutto, ci sono tutti gli ingredienti che hanno reso grande il nostro: dalle rime complicate, elaborate e mai banali (dovete sapere che il rapper ha, nel tempo, sviluppato un proprio inedito linguaggio capace di miscelare l’inglese corrente e corretto con lo slang ed addirittura reminiscenze medievali) al flow avvolgente e pastoso. E non dimentichiamoci le basi: nell’edizione in nostro possesso sono presenti tre autoproduzioni, una produzione di Jake One e un’altra veramente spettacolare del mai troppo compianto Dilla.
Quest’ultimo nel pezzo “Lightworks” campiona di tutto e sforna beats dal sapore funk e vintage contemporaneamente distorti e quasi psichedelici: insomma una meraviglia, in nessun altro modo può essere definita. Nella successiva “Angelz” fa bella mostra di sè anche Ghostface Killah (sotto il falso nome Tony Starks tanto per restare in tema Marvel Comics), perfettamente a suo agio nell’incedere epicamente swing.
Le successive “Cellz” e “That’s That” ricordano certi momenti eccentrici da MadVillainy e fanno ovviamente venire un sacco di acquolina in bocca. Insomma se le restanti tredici canzoni contenute nell’album saranno al livello di queste le cinque stelle saranno quasi poche e ne riparleremo sicuro a fine anno. Nel frattempo non ci resta che aspettare e farci bastare questi spettacolari tredici minuti.