Prima di cominciare a parlare di ‘tropicalismo’ e di personaggi come Caetano Veloso o Gilberto Gil, mi piacerebbe presentarvi un artista interessante proveniente da Maceio che è riuscito a combinare la MPB con i ritmi europei, americani ed africani.

Un connubio di energia letale che gli ha permesso di sfornare delle hit bellissime come “Meu Bem Querer”, “Fato Consumado”, “Oceano” in cui i testi, come la musica, hanno un ruolo primario.
La sua musica è un mix tra rock, jazz, samba, funky, musica acustica, blues ed è a servizio di una voce suadente, intonata, irraggiungibile. Lo stesso Caetano Veloso confessò che, per lui, risulterebbe difficile cantare “Flor De Lis” per i cambi di tonalità  repentini che ci sono all’interno della canzone.
“Flor De Lis” è uno dei più grandi successi di Djavan ed è una canzone melodicamente complessa contenuta nel suo primo album “A Voz, O Violà£o E A Arte De Djavan”.

Di seguito potete apprezzare una simpatica versione della canzone interpreta da Djavan con Al Jarreau :

Ma non lasciatevi ingannare dalla musica coinvolgente, quasi funkeggiante, perchè spesso e volentieri i testi di Djavan sono molto tristi e pieni di saudade.
Questo è un aspetto che contraddistingue la maggior parte delle canzoni della MPB, cioè dietro ad una parvenza di allegria e ritmo si nascondono delusioni d’amore, rivolta sociale, riflessioni profonde sul significato della vita.
L’amore è uno degli aspetti principali della poetica dell’artista alagoano e viene sempre trattato attraverso un approccio metaforico come nel caso della bellissima “Oceano” (Di tutto ciò che offre la terra, non c’è niente in nessun posto che cresca senza che arrivi tu. Lontano da te tutto si è fermato).

In Italia Djavan ha collaborato con artisti come Loredana Bertè e Fiorella Mannoia (nell’ultimo lavoro “Onda Tropicale” dedicato alla MPB) ma, purtroppo, non si è mai realizzato il progetto che Fabrizio De Andrè stava per intraprendere e che non ha visto la luce a causa della sua precoce morte.
De Andrè, infatti, stava realizzando un disco sui ritmi latino-americani in cui avrebbe collaborato, tra l’altro, con Djavan e Caetano Veloso, artisti che apprezzava moltissimo.

è difficile non rimanere affascinati dalla musica di Djavan scandita da una particolare divisione del ritmo, in cui potete trovare un po’ di tutto, da Stevie Wonder ai Beatles.
Non a torto molti critici hanno fatto rientrare la sua musica nella ‘fusion’ ma, forse, nel caso di Djavan, è importante andare oltre.
Si tratta sempre di “musica popolare” che, però, non è per nulla equiparabile, sia esteticamente che concettualmente, alla pop music americana o italiana.

Riprendendo il discorso su Djavan, il vero salto di qualità , nonostante l’ottimo esordio con l’album su citato che contiene la bellissima “Flor De Lis”, avviene con “Luz” nel 1982.
Djavan si reca a Los Angeles, dopo aver ricevuto gli apprezzamenti di diversi musicisti e critici, e, nonostante avesse già  inciso quattro album, incide il suo primo vero LP che lo consacra a livello internazionale.
Questo avviene sia perchè “Luz” è un lavoro pregevole e di ottima fattura e sia perchè Djavan, in questo disco, si avvale di ospiti importanti come Stevie Wonder, il cantante tanto apprezzato dall’artista alagoano, che suona l’armonica in “Samurai” ad inizio disco.
Da perfetto sconosciuto, Djavan diviene una star e inizia a dare libero sfogo alla propria creatività  facendo uscire ogni anno un lavoro diverso, variegato e ispirato.
Negli ultimi dischi, dal 1994 ad oggi, Djavan non ha aggiunto nulla di nuovo alla sua estetica ma riesce ancora ad offrire dei live coinvolgenti e appassionati in tutto il mondo in cui si può apprezzare pienamente il calibro di questo grande artista.