Ballare. Sudare. Tornare alle origini. Prima, adesso e poi.
Tutto è nato nei campi di cotone negli stati uniti ad inizio secolo scorso: i canti folk, il blues nero e poi il rock e quello che arriva fino ad oggi. Tutto nasce in Africa, traslato poi da qualche altra parte. Certe cose tornano sempre e forse non se ne sono mai andate, onore quindi alla Strut Records per aver prodotto questa antologia circa otto anni fa, quando parlare di certe cose sembrava così anacronistico. Meno ‘fuori tema’ riparlarne oggi, sempre grazie alla stessa label ed alla riproposizione di quella magnifica raccolta, qui in versione rimasterizzata.
Molto meno anacronistico oggi, perchè pare che si stiano riscoprendo certe sonorità africane degli anni ’70, con la splendida collana “Ethiopiques”, dedicata ai suoni etipici ed eritrei, ma soprattutto grazie alla Strut e al suo lavoro di cucitura tra grandi classici del passato e musica moderna della collana “Inspiration Information”. In tal senso è necessario ricordare lo splendido disco condiviso tra Mulatu Astatke e The Heliocentrics.
La scena afrobeat di Lagos degli anni ’70 è davvero un pozzo senza fondo di piccole grandi perle di soul-funk psichedelico. Oltre ai più famosi Fela Kuti e Sunny Ade, sono numerosissimi gli artisti che riuscivano a destreggiarsi tra accenti tribali, dance strumentale e funk di altissima qualità . In questa raccolta, suddivisa in due cd per un totale di più di due ore di musica per ventitre brani, c’è tantissimo per cui ballare, abbandonandosi in trance alle atmosfere acide e tremendamente attuali di questi solchi. Sono fermamente convinto che se passassero “Ikon Allah” di Bala Miller & The Great Music Pyrameeds Of Afrika, oppure “Tire Loma da Nigbehin” dei Monomono, giusto per citare due tra i brani più riusciti, in un club di Berlino o di Londra, nessuno si accorgerebbe che la musica che piove dalla casse è stata scritta in qualche angolo recondito di Lagos, in Nigeria.
Una compilation che è non solo un grandissimo documento di una scena densa di capolavori colpevolmente dimenticati dai più, ma anche un lavoro di una attualità sconcertante, che farebbe la felicità di qualunque dj di nightclubbing. Tutto torna, niente in fondo ha mai preso una strada diversa da questa.