Quattro personaggi, due realtà .
Mentre nella gotico – avveniristica Città di Mezzo il giustiziere mascherato Jonathan Preest, unico ateo della City, cerca di sfuggire alle guardie ecclesiastiche, in una Londra contemporanea si muovono Emilia, giovane donna con una spiccata tendenza all’arte e al suicidio; Milo, promesso sposo piantato in asso prima del matrimonio; Esser, padre alla ricerca disperata del figlio scomparso.
Gioco di specchi e riflessioni il lungometraggio d’esordio di Gerald McMorrow che, dopo una lunga esperienza a base di videoclip e pubblicità , dà vita a un’opera godibilissima fatta d’estetica pura e originale intreccio tra steampunk, cinecomix e psico-thriller.
Quattro personaggi e un tema principale che emerge piano nel corso dei 98 minuti di pellicola, per deflagrare in un epilogo che riunisce i pezzi di un puzzle lucido, visionario, a tratti cinico ma non del tutto privo di speranza.
Le stesse immagini che l’abile mano di McMorrow sa plasmare restituiscono a un tempo le molteplici facce prismatiche d’una follia e solitudine geminate da personaggi che, attraverso differenti ed evoluti disturbi mentali, arrivano a sdoppiarsi scindendo se stessi e il reale in uno strenuo tentativo d’arginare traumi e straripanti vuoti esistenziali.
Franklyn dunque non è solo fantascienza, ma omaggio al cinema stesso, costellato com’è di evidenti citazioni: da Blade Runner a Dark City passando per La donna che visse due volte del grande Alfred Hitchcock.
Benchè il gioco di vaghi intrecci e storie parallele renda a tratti lenta la narrazione, l’estetica registica originale e impeccabile sa ugualmente mantenere alto il livello laddove le prove attoriali non paiono totalmente all’altezza della gravità del ruolo.
“Franklyn” infatti non segna solo l’esordio di McMorrow in veste registica, ma anche quello di Sam Riley, ex cantante e frontman degli inglesi 100,000 Things, come attore che, nei panni del romantico Milo non riesce a brillare di luce propria.
Grande prova è invece quella realizzata dalla ex Bond Girl Eva Green, che alternando sguardi affilati da dark lady a chiome da balia settecentesca sa mantenere alta la credibilità di personaggi che si muovo attraverso le vie e i canali di un mondo ruvido e in continua tensione psicologica.
Quella di “Franklyn” è una distopia a varie letture, che già divide pubblico e critica rivelando un talento che ci auguriamo possa aggiungere alla propria indiscussa perfezione stilistica una maggiore capacità d’emozionare.
Regia: Gerald McMorrow Sceneggiatura: Gerald McMorrow Scenografia: Laurence Dorman Fotografia: Ben Davis Montaggio: Peter Christelis Musiche: Joby Talbot Interpreti: Jay Fuller, Eva Green, Art Malik, Kika Markham, Bernard Hill, Ryan Phillippe, Susannah York, Mark Wingett, Sam Riley, Gary Pillai, Chris Wilson Nazione: Francia – Inghilterra Anno: 2008 Durata: 98 min Distribuzione: Mediafilm
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