Wildbirds & Peacedrums
The Snake

Prima di ascoltare questo disco si consiglia vivamente di leggere le avvertenze contenute nel foglietto illustrativo (cioè questa recensione). Per i meno smaliziati a certe deviazioni della materia rock, gli effetti potrebbero essere i seguenti: smarrimento, irritabilità , prurito e irrefrenabile impulso a distruggere il dischetto incriminato. Un breve recap: Wildbirds & Peacedrums sono un duo svedese che riduce all’osso il concetto di musica rock, interpretandolo semoplicemente con voce e percussioni. Una scelta coraggiosa e innovativa, ma anche densa di qualità  con l’esordio intitolato “Heartcore”, pubblicato in Italia un anno fa e in Svezia l’anno prima. Non sfugge a questa strana consuetudine di ritardi nemmeno “The Snake”, pubblicato originariamente nel 2008 e soltanto ora distribuito qui da noi.

Ammetto che al primo ascolto sono stato affetto da alcuni di quei disturbi prima citati, però col tempo ho iniziato ad entrare dentro queste inusuali canzoni e a capirle meglio, apprezzarle come è giusto che sia. Finito l’effetto sopresa, al secondo disco non restavano che due strade: confermare quanto di buono era stato fatto prima, magari evolvendo il processo di scrittura, oppure cambiare rotta e finire verso chissà  quali lidi.In realtà  non si è realizata nessuna delle due ipotesi, perchè alle percussioni di Andreas Werliin e alla voce di Mariam Wallentin si aggiunge qualcosa e niente più. Nulla che sia tradizionalmente pop, trattasi di strumenti come xilofono, kalimba e steelpan, decisamente naif e coerenti con lo stile ‘tribale’ del duo.

Restano le canzoni, deviate ed essenziali, ridotte semplicemente alle linee vocali e alla parte ritmica, ma funzionano sufficientemente bene, con qualche picco e qualche caduta. Un bel gioco dura poco, probabilmente il meglio lo hanno già  lasciato alle spalle col primo disco. Può andar anche bene un secondo lavoro così, ma per il futuro, onde evitare tediose ripetizioni, occorrerà  cambiare qualcosa. Una formula così nuda e cruda è destinata a stufare in fretta.

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