Zombie Nation
Zombielicious

Zombie Nation, progetto dietro al quale si cela Florian Senfter, uno tra i pochi produttori al mondo che ogni dj intelligente dovrebbe per forza di cose rispettare. Dopo una recente collaborazione a nome ZZT con l’amicone Tiga(l’irriverente EP “Lower State of Consciousness” e il secondo “The Worm”), il nostro super producer tedesco ci sforna questo “Zombielicious”, che a partire dal titolo, incarna tutto lo spirito e la filosofia del progetto Zombie Nation: una miscela ben condita di stili, tendenze, a partire da un approccio profondamente, patriotticamente ‘germanico’. La prima cosa che mi è venuta in mente, infatti, ascoltando questo LP (uscito su UKW records, fondata nel 2005 dallo stesso ZN) è stata la forte, fortissima presenza di sonorità  kraut, e non il lato più elettronico (kosmiche), come verrebbe da pensare, bensì quello più acido, psichedelico, strumentale e prettamente rock. Come se i NEU! riuscissero a far ballare. L’han già  fatto i Kraftwerk, vero, ma questo disco è una perfetta trasposizione, a nuovo, di quei suoni passati. Metteteci quindi di mezzo bassi electro e nu-rave, qualche visitatina in territorio francese, una buona dose di cutting e lavoro digitale, samples accortamente destrutturati e avremo “Zombelicious”, il post Jackson & His Computer Band, quel che un amico saggiamente ha pensato di dirmi prima che io mi apprestassi all’ascolto. Geniale.

Le tracce sembrano quasi tutte unite a livello stilistico, anche se ognuna, nasconde un mondo di sperimentazioni e acrobazie sonore molto varie, un caos follemente ordinato.

“Mas De Todo” una introduzione che più kraut non si può, sembra davvero un pezzo dei Neu! danzabilmente riammodernato. Stessa cosa per “Supercake 53” (qui quasi più evidente: con quella tastiera alla Hammond), “The Fact”, la psichedelica moroderiana “Stand By” e la successiva “Forza” (cercatene il video su youtube).
Ci sono poi le sterzate più ‘electro house’ a partire da “Get It”, “Worth It (PT. 1 e 2)”, “Filterjerks” fino alla “Seas Of Grease” che assomiglia tanto all’ultimo Mr Oizo.
Non mancano folli esperimenti sonori che potrebbero stupire il più sofisticato cultore della elettronica contemporanea: “Shottieville” con la sua incredibile (d)evoluzione schizofrenica e la conclusiva “Bass Kaput”.

Un album che merita attenzione, fuori dagli schemi, fuori dalle ultime blasonate tendenze discotecare. Consigliatissimo.

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